SPARANISE – Un centinaio le persone accorse ieri, al presidio tenutosi fuori la cava della Calce Idrata; gli scavi, effettuati sull’onda delle indicazioni dei pentiti nel casertano, hanno destato più di qualche dubbio a Sparanise e nell’Agro Caleno per le modalità di svolgimento delle operazioni, sia per essere stati eseguiti quasi in sordina con il silenzio istituzionale, sia per la superficialità con cui sembrerebbero essere stati svolti, pare, difatti, che abbiano interessato soltanto lo spiazzale antistante la cava interrompendosi dopo pochi metri nonostante le segnalazioni di gas fuoriusciti dalla cava stessa.
Un primo passo, per le comunità dell’Agro Caleno, intenzionate a non aspettare interventi dall’alto e non delegare la soluzione a chi per vent’anni ci ha avvelenato. Vogliamo riappropriarci dei nostri territori, affinchè non avvengano più disastri del genere e soprattutto di autodifesa delle nostre vite, visto che da decenni le connivenze politico-affaristiche, il beneplacito istituzionale e la malapolitica hanno permesso che l’unico obiettivo fosse quello del profitto capitalistico di queste zone, lasciando alle comunità morte e distruzione.
L’attenzione non si è limitata soltanto agli scavi della cava ma alla critica situazione che rende l’Agro Caleno un campo minato in tema di devastazione ambientale, dalla TurboGas alla Ex Pozzi, dalle discariche abusive della zona Rio Lanzi agli sversamenti e i gas misteriosi della calce idrata, dalle balle e l’amianto dilagante sotto la Tav all’ inquietante ipotesi di costruzione della centrale a Biomasse tra Calvi Risorta e Sparanise. È chiaro che i responsabili di questo scempio ambientale non avranno più spazio, e soprattutto in tema dibonifiche, non vogliamo che siano coloro che hanno permesso tale situazione a riciclarsi per produrre un ulteriore affarismo ai danni delle comunità.
Da parte nostra siamo pronti a scendere in piazza, come abbiamo già mostrato con il Presidio, quasi militarizzato, segno che forse la rabbia dei cittadini preoccupa più di vent’anni di sversamenti abusivi e affari sporchi sulle nostre terre.
È emersa, inoltre, la volontà comune di non delegare ma di controllare passo dopo passo i prossimi scavi, attraverso comitati popolari scelti dalle comunità. Diamo appuntamento al prossimo presidio del 12 ottobre nell’area della ex-pozzi, camminando verso la grande mobilitazione delle comunità dell’agro caleno del 26 ottobre contro la Centrale a Biomasse nell’Area ex-pozzi e contro tutti i disastri perpetrati da troppo tempo qui in Terra di Lavoro!
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