PASTORANO – L’imprenditore Antimo Caturano risulta essere colpito da interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Caserta in data 3 dicembre 2012. Si tratta di una notizia di grande rilevanza non solo per la pervasiva potenza economica dispiegata (anche nell’Agro caleno, a Pastorano) dal gruppo imprenditoriale Caturano, ma anche per il mondo politico di Terra di Lavoro. Antimo Caturano, infatti, è consigliere provinciale di maggioranza, uno degli uomini più vicini al presidente dell’Amministrazione provinciale di Caserta, il molto onorevole don Mimì Zinzi da Marcianise. Con Antimo Caturano, sono stati colpiti da interdittiva antimafia Luigi Caturano e Giovanni Sferragatta, tutti e tre residenti a Maddaloni dove sono nati rispettivamente nel 1978, nel 1969 e nel 1963, impegnati nel “Consorzio Free Services” (società di capitali), avente sede legale a Maddaloni e ufficio amministrativo e sede operativa a Pastorano, attività di trasporto merci su strada, consulenza imprenditoriale, amministrativo-gestionale e pianificazione aziendale. Insomma, i Caturano sono universali.
Il “Consorzio Free Services” è stato costituito il 22 aprile 2005 e dal 2 marzo 2010 i consorziati sono “Tracal srl”, “Caturano autotrasporti srl” e Nuova S.G.A. Srl”; presidente del comitato direttivo è Antimo Caturano, consiglieri Luigi Caturano e Giovanni Sferragatta.
Naturalmente, i tre citati soggetti colpiti da interdittiva antimafia – assistiti dagli avvocati Antonio Ricciardelli e Luigi Ricciardelli – hanno presentato ricorso al Tar della Campania di Napoli, in data 3 maggio 2013, chiedendo l’annullamento e nel frattempo anche la sospensione cautelare dell’interdittiva antimafia. Ma la prima sezione del Tribunale amministrativo regionale della Campania ha respinto l’istanza cautelare con un’ordinanza depositata in segreteria il 19 giugno 2013, “ritenuto – si legge tra l’altro nel documento – che le censure dedotte non appaiono di sicuro fondamento, per cui nella presente fase cautelare sembrano piuttosto prevalenti gli interessi pubblici sottesi all’emanazione della determinazione impugnata”. Quindi Giovanni Sferragatta, Luigi Caturano, Antimo Caturano e il “Consorzio Free Services” si sono rivolti al Consiglio di Stato che con ordinanza depositata il 30 agosto 2013 ha accolto l’appello, ma “(…) al solo fine di disporre (…) che il Tar provveda alla fissazione dell’udienza con priorità”. Udienza del Tar già fissata per il 15 gennaio 2014. Intanto, l’interdittiva antimafia è da ritenersi pienamente operante, anche nei confronti del consigliere provinciale Antimo Caturano, che però fa finta di nulla. Vediamo se con lui ora faranno finta di nulla tutti i consiglieri provinciali di maggioranza e di opposizione, gli assessori e il presidente don Mimì Zinzi. Si legge tra l’altro nell’ordinanza del Consiglio di Stato: “ (…) dagli elementi acquisiti non emerge una manifesta infondatezza del convincimento espresso negli atti impugnati in primo grado, circa l’assoggettamento della ditta ricorrente al pericolo di infiltrazioni mafiose (…) tuttavia non si può dire neppure che il ricorso della parte interessata sia, a sua volta, manifestamente infondato (…) nella valutazione comparativa degli interessi contrapposti, sembra doversi dare maggior rilievo all’interesse pubblico e quindi mantenere fermi, allo stato, gli effetti degli atti impugnati in primo grado”.
Dall’analisi degli atti e in particolare dell’elenco dei resistenti nel giudizio, si apprende che questa articolazione dell’enorme potere degli zinziani Caturano (appunto il “Consorzio Free Services”) è riuscita addirittura a intrecciare i propri destini con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, fino a che il rapporto non si è dovuto per forza interrompere per l’interdittiva antimafia prefettizia. Pubblichiamo in coda a questo articolo le due ordinanze sopra citate, quella del Tar della Campania di Napoli del 19 giugno 2013 e quella del Consiglio di Stato del 30 agosto 2013.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it