GRAZZANISE – Balzano spesso, purtroppo, all’attenzione della cronaca locale, fatti e persone che infangano l’immagine del paese, nei suoi confini e soprattutto fuori. Ogni volta è un passo indietro, in termini di autostima della comunità, messa a dura prova da obiettive constatazioni o irrefrenabili emozioni. Ecco perché, quando si registra un evento in controtendenza, occorre rimarcarlo, come una sorta di “liberazione” e di recupero della “speranza collettiva”. Il caso di specie più recente coincide con l’assunzione del Comando del 4° Reggimento Carri di Persano (Salerno) da parte del col. Augusto Gravante, nato appunto a Grazzanise e successivamente isernino di adozione “che porta alto il nome della città” (come ha sottolineato il quotidiano Primo Piano Molise, dandone la notizia). Quasi in parallelo, un portale online di Salerno, pur ricordando anch’esso la provenienza grazzanisana dello stimatissimo ufficiale dell’Esercito, l’ha definito “salernitano a tutti gli effetti”, in considerazione delle sue precedenti sedi di servizio. Nessuna stupida o inutile rivendicazione “di campanile”, per carità, ma soltanto il positivo riscontro di una bella gara a voler esaltare l’appartenenza di persone speciali o di brillanti professionisti alla propria realtà cittadina. E in questa gara, diciamolo, stavolta può dir la sua anche Grazzanise, dove il col. Gravante è nato e dove vivono i suoi genitori – Giovanni Gravante e Marta D’Abrosca -, giustamente fieri della carriera di Augusto, il quale, a fine ottobre, ha avuto modo di incontrare a Roccadaspide – durante una cerimonia pubblica – il Prefetto di Salerno, la dott.ssa Gerarda Maria Pantalone, anch’ella di origini grazzanisane. Al di là dei meriti personali, quel che forse più conta sul piano generale è il valore simbolico delle loro affermazioni professionali oppure del successo, nel campo scientifico e tecnico, di cui sono protagonisti tanti altri concittadini sparsi in Italia e all’estero. I nostri giovani, specialmente i più scettici, ad essi devono guardare come ad importanti modelli di riferimento, convincendosi che lo studio e l’impegno alla lunga premiano, sia nel mondo del lavoro che nella più vasta società civile. Certo, contro ogni difficoltà o ingiustizia, occorre forte e tenace volontà, cioè l’esatto contrario della mollezza, delle tendenze rinunciatarie e del disimpegno che, negativamente, attraversano, e non a caso, larghe fasce dell’attuale pianeta-giovani. L’auspicio, naturalmente, è che le eccezioni di oggi – come Pantalone, Gravante… – si moltiplichino sempre di più.
Raffaele Raimondo