PIGNATARO M. – Qualche organo di informazione ha preso una grossa cantonata: i militanti del Centro Sociale “Tempo Rosso” di Pignataro Maggiore non erano alla manifestazione “Caserta vuole vivere”. A dispetto di qualche organo di informazione, il quale afferma che la Digos avrebbe sequestrato uno striscione ai militanti antagonisti, nel comunicato che vi proponiamo gli stessi smentiscono di essere stati nel capoluogo ieri mattina:
Gentile redazione,
in riferimento all’articolo apparso su alcuni organi di stampa nel quale vengono riportati presunti incidenti registratisi durante il corteo tenutosi ieri mattina nella città di Caserta, chiediamo di esercitare il diritto di smentita rispetto a quanto asserito. Il centro sociale Tempo Rosso NON ha preso parte alla manifestazione di ieri a Caserta e respingiamo al mittente qualsivoglia illazione, calunnia e fango frutto delle tipiche strategie demenziali della Questura di Caserta.
Nella giornata di ieri i nostri militanti hanno partecipato, insieme al Movimento NoGas, alla marcia da Grazzanise a Santa Maria La Fossa, svoltasi regolarmente e senza incidenti. Successivamente ci siamo recati a Napoli per partecipare ad una assemblea sul tema dell’acqua pubblica inisieme a Padre Alex Zanotelli e a tante realtà di base e collettivi di tutta la regione. Ancora, stamane saremo di nuovo a Santa Maria La Fossa per incontrare una delegazione internazionale in visita nella nostra marotoriata terra, per mostrare loro lo scempio di Ferrandelle e del disastro di Stato al quale nè il Prefetto di Caserta nè gli altri organi competenti hanno saputo porre argine nè hanno mostrato di volerlo fare.
Se alle voci infondate che, in forza di quanto da voi riferito, provengono dai professionalissimi signori della DIGOS di Caserta aggiungiamo i gravissimi episodi avvenuti lo scorso giovedì 7 novembre, quando ad una delegazione di cittadini dell’Agro Caleno è stato impedito di raggiungere la Città di Caserta mediante intimidazioni e provedimenti di dubbia legittimità, il quadro di sospensione dei diritti che ne risulta è quanto mai agghiacciante. Quello che ci sembra di comprendere è che è in atto un tentativo di riassorbimento del legittimo dissenso dei cittadini attraverso la sterilizzazione dei contenuti e delle rivendicazioni che provengono dai comitati popolari. Se per scendere in piazza nel capoluogo di Terra di Lavoro occorre rinunciare a chiedere che chi ha inquinato deve pagare, che la classe politica e le istituzioni hanno responsabilità che non è possibile ignorare, che le bonifiche non devono essere una ulteriore delega in bianco per quelle compagini imprenditoriali implicate fino al collo nella devastazione del nostro territorio, allora risponderemo rilanciando con maggiore vigore, sostenendo sempre di più le lotte della nostra gente e della nostra terra.
Concludiamo condannando senza appello ogni tentativo di imbavagliare la legittima espressione di chi manifesta con gesti ottusi come l’imposizione della chiusura di un semplice striscione, così come biasimiamo l’usanza di classificare come ‘disordini’ un gesto marginale avvenuto durante una manifestazione di migliaia di persone indignate e stanche di essere prese in giro.
c.s.o.a. Tempo Rosso