“Festival dell’Impegno Civile”: Libera epurò Nardiello dopo l’intervista a Palmesano sull’arresto di Magliocca

“Festival dell’Impegno Civile”: Libera epurò Nardiello dopo l’intervista a Palmesano sull’arresto di Magliocca

PIGNATARO M. – Pietro Nardiello è un uomo mite. La sua pacatezza rende ancora più credibile anche l’accusa più pesante. Oltre ad essere un conosciuto giornalista e autore del libro “Il Festival a casa del boss”, premiato “per meriti culturali e sociali come proficuo insegnamento per le generazioni future” nel corso della rassegna “Premio Internazionale Città di Pomigliano d’Arco”, ha il grande merito di aver creato il “Festival dell’Impegno Civile”, rassegna interamente realizzata nei beni confiscati alla camorra. Proprio quest’ultimo impegno ha però rappresentato lo strumento per le ritorsioni che ha subito qualche anno fa per una intervista “scomoda”. Sul suo profilo facebook, Nardiello racconta la storia del suo allontanamento dalla manifestazione a causa di una intervista che lo stesso realizzò al giornalista Vincenzo Palmesano per Articolo21 (diretto da Beppe Giulietti), dopo l’arresto dell’ex sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca. Ecco che cosa scrive sul social network:

“In tanti mi hanno chiesto perché ho lasciato “Il festival dell’impegno civile”. Per i motivi che potrete leggere in questo estratto del mio libro, Il Festival a casa del boss”, un paragrafo intitolato “Libertà di stampa”:

A Pignataro Maggiore viene arrestato il sindaco del PDL, ex AN, Giorgio Magliocca perché accusato di “concorso esterno in associazione mafiosa”. Per Articolo 21 vengo chiamato a realizzare un’intervista al “giornalista urticante”, come lo definisce Beppe Giulietti, Enzo Palmesano, il quale esprime fino in fondo il suo pensiero sottolineando, duramente, che «anche esponenti di “Libera” della provincia di Caserta hanno pesanti responsabilità su Pignataro». (link http://www.articolo21.org/2848/notizia/enzopalmesano- il-sindaco-di-pignataro-cerniera.html). Quest’intervista farà arrabbiare tantissimo tutti i componenti del Comitato don Diana, dopo una riunione che Valerio (Taglione) avrà a Roma proprio in merito a questa pubblicazione, ne realizzeremo una insieme a tutti i componenti del Comitato proprio a Casal di Principe.

Sottolineo, fin da ora, così come poi ho avuto modo di fare durante quest’incontro che le uniche colpe che posso addebitarmi, e lo faccio anche in questo momento in cui scrivo queste pagine, sono esclusivamente da un punto di vista umano, per non aver avvertito il Comitato di quella risposta incriminata prima della pubblicazione. Professionalmente, invece, non posso rimproverarmi nulla. Un giornalista, quando è chiamato dal direttore della testata non può rifiutarsi di realizzare questo o quel pezzo, così come ha affermato anche qualche “collega” in questa riunione, e quando siamo di fronte a un’intervista deve riportare quanto realmente affermato dall’intervistato. Risultato di questa riunione, non so se frutto anche dell’incontro romano realizzato da Valerio, è che io per la quarta edizione “non potrò avere un ruolo di direzione artistica e nemmeno alcuna visibilità organizzativa e mediatica, ma semplicemente svolgere le funzioni di addetto stampa”.Ho sempre creduto che l’importante sia far crescere le idee e i progetti per i quali si è lavorato sin dall’inizio, quindi accetto e non faccio nessuna rimostranza e nessun richiamo al regolamento sottoscritto il 19 marzo del 2008 da me, Valerio e Mauro dove viene indicato che siamo noi tre a rappresentare la segreteria organizzativa del Festival. Per il bene di questa rassegna, alla quale auguro di crescere sempre di più, preferisco tacere e non ingarbugliare giuridicamente qualcosa per la quale si è dato il cuore e la propria professionalità partorendo l’idea di un progetto che adesso tutti difendono con fierezza. Tutto a questo mondo finisce, meglio non ingarbugliare la matassa nonostante nessuno, anche al termine della rassegna, mi abbia comunicato la volontà di interrompere il rapporto di collaborazione. Siamo ad aprile e mancano solamente due mesi alla presunta data di inizio, il Festival bisogna realizzarlo per non far incassare l’ennesima sconfitta a questi territori. Si ricomincia quasi da zero con Valerio che assume il ruolo di coordinatore di tutto il processo organizzativo.

Fin qui la testimonianza di Nardiello, il quale sostiene che, nel momento in cui realizzò l’intervista, nella quale Palmesano accusava Libera Caserta di avere delle responsabilità sul “caso Magliocca”, fu allontanato dall’organizzazione della manifestazione che egli stesso aveva creato. Non è un caso che la IV edizione della rassegna fu affidata esclusivamente al Comitato don Peppe Diana e all’associazione Libera coordinamento di Caserta, senza alcun apporto del giornalista, epurato dopo la contestata (da Valerio Taglione e gli altri) intervista.

A Pignataro Maggiore una parte della stampa ha sempre sostenuto che, pur essendo Libera una gloriosa associazione la quale – anche grazie alla dedizione di simboli come don Ciotti – dà un importante apporto sociale e civile all’Italia, la sua articolazione casertana non sempre ha operato come dovrebbe. In decine di articoli è stato denunciato questo cattivo funzionamento e le sviste (chiamiamole così) degli attivisti casertani che hanno magnificato l’inesistente opera anticamorra di alcuni amministratori. Insomma, pensavamo che l’unico difetto degli attivisti locali fosse la miopia, ma non una certa propensione per i “regolamenti di conti”, la mission di Libera non lo avrebbe fatto pensare.

Red. cro.

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