AGRO CALENO – Gazebo, bandierine, studio di X-Factor addobbato a festa e tante comparsate in giro per i talk show. Probabilmente le primarie del Partito Democratico di domenica scorsa, che ha visto la vittoria del neo segretario Matteo Renzi, oltre tutti questi aspetti meramente mediatici, non hanno rappresentato un grosso successo in termini di partecipazione degli elettori dentro e fuori il partito, soprattutto nell’Agro caleno. Dei nove comuni considerati (Bellona, Calvi Risorta, Camigliano, Giano Vetusto, Pastorano, Pignataro Maggiore, Rocchetta e Croce, Sparanise, Vitulazio), infatti, sono andati a votare per eleggere la nuova guida dei democratici 972 persone su un totale di 30193 che ne avevano diritto, circa il 3%.
Si dirà che è troppo facile calcolare quella percentuale sul numero totale degli aventi diritto e che mettere tutto nello stesso calderone non consente di valutare le fisiologiche sfumature politiche. Allora abbiamo provato a ricavare la percentuale dei votanti alle primarie sulla base degli elettori che alle ultime elezioni politiche (febbraio 2013) hanno dato la propria preferenza al partito di governo. Ebbene, quei 972 voti non rappresentano nemmeno il 25% (circa il 23%) dei 4336 elettori che poco meno di dieci mesi fa diedero fiducia a Pierluigi Bersani e ai suoi.
La magra consolazione per i democratici arriva da un piccolo centro in montagna: Rocchetta e Croce. Qui alle politiche di febbraio il Pd aveva racimolato la miseria di appena 55 voti. Domenica, forse per qualche intercessione divina o politica, nel piccolo centro hanno quasi raddoppiato i voti delle politiche, arrivando a 103 votanti per le primarie. Non c’è che dire, nell’Agro caleno per Renzi e soci può funzionare soltanto la “ricetta rocchettana”.
Red. pol.