PIGNATARO M. – La presentazione del “Borgo dei Cuntranommi” non ha rappresentato soltanto il punto di inizio di un percorso di riscoperta della storia popolare di Pignataro, ma anche di riflessione sullo sviluppo e la valorizzazione del paese. In questo contesto, vari interventi registrati domenica mattina hanno inequivocabilmente fatto riferimento alla riqualificazione del centro storico, per alcuni fardello strutturale, per altri potenzialità da sfruttare in un territorio che sta vivendo il dramma della disoccupazione e della precarietà. Il primo a parlarne è stato l’ingegnere Giacomo D’Angiò, il quale ha sottolineato quanto sia importante favorirne il recupero, anche se oggi risulterebbe dispendioso e meno conveniente delle costruzioni in cemento armato edificate nelle periferie.
Proposta supportata dal presidente della Pro Loco Pinetarium, Giorgio D’Angelo, il quale ha fatto notare come la stessa piazza Umberto I dovrebbe essere risistemata e offrire una immagine più armonica. Il tutto potrebbe essere realizzato grazie ad una stretta collaborazione tra i proprietari delle abitazioni site nel centro del paese e l’Amministrazione comunale. “Noi cittadini dobbiamo offrire un’immagine più decorosa del nostro paese, senza pensare che qualcuno risolverà i nostri problemi. Dobbiamo rimboccarci le mani e fare qualcosa in più”, ha detto il professore.
Lo stesso commissario dell’Ente provinciale per il turismo, il dottor Alfredo Aurilio, approvando quanto detto da D’Angiò e da D’Angelo, ha aggiunto che ogni comune dovrebbe attrezzare il servizio al turista, curando il centro e costruendo un percorso storico che possa attrarre i visitatori. “Potremmo fare un piccolo borgo chiuso al traffico veicolare e che valorizzi tutte le eccellenze del territorio, anche con la costruzione di zampogne oppure con l’enogastronomia, o con eccellenze come la pizza figliata”. Idee lanciate così, ma che con una buona dose di progettualità potrebbero realmente far cambiare volto al paese e magari creare qualche beneficio in termini lavorativi.
Red.