PASTORANO – Se Caleno24ore si è posto come obiettivo quello di favorire la crescita civile attraverso il confronto delle idee, si può dire che ieri sera è riuscita nell’intento. Nel corso della presentazione del libro “Il Veleno del Molise” di ieri presso il centro sociale “Paolo Borsellino” – evento offerto in occasione dell’apertura della campagna tesseramento dell’associazione culturale che ha già promosso, anche insieme alla rete “around us”, tre eventi di questo tipo – si è sviluppato l’incontro di diverse opinioni e la circolazione di informazioni. Soprattutto grazie ai tre giornalisti e relatori della serata: Paolo De Chiara, Enzo Palmesano e Salvatore Minieri.
L’incontro si è aperto con la presentazione della serata da parte di Davide De Stavola e con l’intervento del giornalista Salvatore Minieri, il quale ha ricordato che per la seconda volta De Chiara è ospite dell’associazione “Caleno24ore”. “Con il libro di Lea Garofalo siamo partiti dal grande secchio di acido, nel quale sarebbe stato sciolto il corpo della testimone di giustizia. Questa sera partiamo dall’acido di un terreno di Venafro, nel quale un bambino rischiò di perdere una gamba sciolta dai liquami pericolosi, per raccontare la storia delle cordate imprenditoriali che hanno seppellito rifiuti speciali in Molise, tra le quali ci sono i Caturano”, ha detto Minieri.
De Chiara, ringraziando Caleno24ore, ha subito ammonito: “Il Molise non è un’isola felice. È la politica molisana ad aver fatto passare questa idea. Da trent’anni, invece di affrontare il problema dello sversamento dei rifiuti, i politici hanno cercato di nascondere un problema che parte da lontano”. Lo scrittore ha parlato dei siti inquinati di Venafro, uno in particolare nel quale sono stati smaltiti rifiuti contenenti uranio impoverito proveniente dai Paesi dell’Est. “In uno di questi terreni (Lucenteforte, a Venafro N.d.R.) nel quale si è scaricato per anni, un bambino ci ha quasi perso una gamba – ha ricordato De Chiara -, ma della questione se n’é cominciato a parlare soltanto negli anni ’90 con l’arresto di Salvatore Moscardino. Secondo i testimoni e secondo la Procura della Repubblica guidata dal dottor Paolo Albano, i camion di Moscardino scaricavano sostanze scure e fumanti. La donna che ha riferito queste circostanze ha perso il marito e il figlio a causa di malattie rare”. Come ha spiegato l’autore del libro, per lo stesso terreno l’Arpa Molise, la Provincia di Isernia e il Comune di Venafro hanno attestato una bonifica mai avvenuta.
Con l’intervento di Enzo Palmesano, l’analisi dei fatti raccontati anche nel libro si è spostata nell’Agro caleno e verso la famiglia Caturano. L’ex direttore de “Il Roma” ha ricordato: “Qui ci troviamo di fronte ad un caso nazionale, di fronte a gruppi imprenditoriali e politici che hanno una serie di relazioni che li fanno sembrare intoccabili”. Nel suo intervento Palmesano ha ricordato che il consorzio Free Service di cui fanno parte alcuni membri della famiglia Caturano, è stato colpito da interdittiva antimafia, ma nonostante il provvedimento della Prefettura abbia superato anche le richieste di sospensiva al Tar e al Consiglio di Stato, gli imprenditori che hanno un polo fieristico nell’area ex Vavid continuano ad avere rapporti con le istituzioni. Lo stesso Antimo Caturano è Consigliere Provinciale a sostegno del Presidente Domenico Zinzi.
Nel corso dell’incontro sono intervenuti anche il sindaco di Pignataro Maggiore, Raimondo Cuccaro, e di Pastorano, Giovanni Diana. Il primo ha sottolineato l’importanza da parte delle istituzioni locali di agire rispettando le leggi e perseguendo la mafiosità di certi atteggiamenti imprenditoriali e istituzionali. Il secondo – ringraziato dall’associazione per aver messo a disposizione la sala del centro sociale – ha rilevato che, pur in presenza di una interdittiva antimafia, gli Enti che hanno autorizzato “Maestri in Fiera” non hanno fatto una piega e non se la sarebbe sentita di rischiare un contenzioso negando i permessi al gruppo imprenditoriale maddalonese. Su queste puntualizzazioni è nato un animato dibattito con i relatori. La presentazione è stata chiusa dall’intervento del giovane esponente politico Pasquale Pellecchia, il quale si è detto perplesso per la scelta del Comune di incentivare l’organizzazione delle fiere nell’area ex Vavid, di proprietà di un privato, e di non aver valorizzato l’area fiera comunale in località “San Rocco”.
Red.