“L’ istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo”

“L’ istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo”

Nelson Mandela, l’eroe d’Africa, il missionario della pace, per tutti Madiba (ovvero il “rompiscatole”), è morto il 5 dicembre all’età di 95 anni, di cui 27 trascorsi in prigione. Fu rilasciato nel 1990,  insignito del Premio Nobel per la pace nel 1993, divenne presidente del Sudafrica nel 1994. La lotta contro la segregazione razziale,  che teneva rigidamente separate le comunità dei neri dagli eredi dei colonizzatori bianchi, secondo Mandela passava attraverso un atto rivoluzionario: la preparazione della comunità africana al governo del Paese, cosa che non poteva prescindere dai temi dell’istruzione dei singoli e dalla loro formazione professionale. Questa proposta era sovversiva perchè non solo rinnegava il regime esistente, ma al tempo stesso doveva preparare tutti al momento della riconciliazione tra etnie diverse.

La frase di Nelson Mandela è, perciò, carica di significati, alcuni apparenti, altri più reconditi, ma non meno importanti. Per lui, che era riuscito a frequentare l’università nel Sud Africa durante l’apartheid (che in lingua afrikaans, significa letteralmente “separazione”), l’istruzione superiore e universitaria rappresentavano un approdo importante, una sfida al regime che tentava di reprimere ed impedire l’evoluzione culturale della maggioranza nera. Secondo Nelson Mandela, istruire se stessi è un atto di grande cambiamento personale e sociale. Durante gli anni più duri della sua detenzione aveva riferito ai suoi avvocati: ”Vorrei tanto che le guardie carcerarie potessero studiare, perché possano capire cosa stanno realmente facendo”.

La conoscenza reciproca intesa, quindi, come arma dirompente di cambiamento non violento, la cultura come elemento di unione tra le comunità differentinel segno della pace universale. Era questo il pensiero di Madiba, che consegna oggi a tutti noi un messaggio ancora più forte: l’ignoranza va fermata ad ogni costo, perché è fonte di dissidi, di forme odiose di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, di guerre e folli spargimenti di sangue.

La scuola, il luogo dove ogni giorno si confrontano allievi e docenti, deve essere il primo banco di prova del cambiamento e del progresso. Perché senza istruzione manca la conoscenza di base, necessaria non solo per il progresso tecnico e scientifico, ma innanzitutto per quello umano, senza il quale, ogni forma di progresso rischia di rimanere sterile e priva di frutti.

Soprattutto oggi, nel momento in cui l’Italia attraversa una crisi economica e sociale profonda, sono più che mai indispensabili il sapere, le energie e i talenti che la scuola sarà in grado di far emergere per far ripartire lo sviluppo del Paese. Istruiamo quindi i nostri alunni e cerchiamo di “educarli” all’amore per lo studio e per la conoscenza in modo che siano anch’essi portatori di pace per poter ottenere un futuro migliore.

Mara Della Corte docente

I.A.C. VITULAZIO

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