CASERTA – L’ufficio comunicazione della senatrice Vilma Moronese fa sapere che il gruppo parlamentare al Senato del movimento 5 Stelle ha presentato due interrogazioni parlamentari al fine di tutelare l’agroalimentare nella cosiddetta “Terra dei Fuochi”. Vi proponiamo la nota della senatrice e i due documenti rivolti al governo:
A prima firma della Sen. Vilma Moronese il M5S deposita due interrogazioni al Senato sulle produzioni agricole in Campania.
Lo smaltimento illegale dei rifiuti da parte delle organizzazioni criminali non solo aumenta esponenzialmente il rischio di danni alla salute e alla sicurezza delle persone, ma lede in maniera ingiusta e sproporzionata anche l’immagine commerciale dell’intero settore agroalimentare regionale, ingenerando sfiducia e preoccupazioni, oltremodo amplificate sull’onda mediatica .
Il problema dell’inquinamento deve e può essere risolto con azioni di presidio e di isolamento delle terre compromesse, evitando che l’immagine negativa riservata al quadrilatero compreso tra il litorale domitio, l’agro aversano-atellano, l’agro acerrano-nolano e vesuviano e la città di Napoli possa procurare ulteriori danni economici alle imprese agricole presenti nella regione Campania.
Altrettanto pregiudizievoli e preoccupanti per l’immagine e la ripresa economica del nostro Paese sono le recenti iniziative assunte da alcune imprese italiane dirette a screditare la produzione campan a attraverso campagne pubblicitarie chiaramente denigratorie e svilenti ai danni di tutti quegli imprenditori agricoli che per generazioni hanno contribuito a rendere la mozzarella di bufala campana, il pomodoro San Marzano dell’agro sarnese-nocerino, i limoni della costiera amalfitana o i vini prodotti in diverse province e comuni campani, vere e proprie opere d’arte esportate in tutto il mondo.
A nostro gidizio, occorre ristabilire la fiducia tra i cittadini, reprimendo quegli atteggiamenti discriminatori ed egoistici che rischiano di compromettere l’immagine di un Paese compatto e determinato a spegnere quei focolai di illegalità che contribuiscono a diffondere la criminalità organizzata, a gettare discredito sulla produzione italiana e a creare confusione e diffidenza nella collettività.
L’agroalimentare made in Italy rappresenta più del 17 per cento del PIL e provengono dal settore agricolo oltre 53 miliardi di euro, l’agroalimentare è la leva per una competitività ad alto valore aggiunto e per lo sviluppo sostenibile del Paese.
Per tutti questi motivi abbiamo chiesto in due interrogazioni scritte al Ministro (interrogazione 1 – interrogazione 2) quanto segue :
– quali azioni i Ministri in indirizzo intendano promuovere, nell’ambito delle rispettive competenze, con specifico riferimento al settore del commercio, al fine di dare piena attuazione all’articolo 62 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, nella parte in cui vieta pratiche commerciali sleali che possano determinare, in contrasto con il principio della buona fede e della correttezza, il riconoscimento di prezzi palesemente inferiori ai costi di produzione medi sostenuti anche al fine di ripristinare la fiducia dei consumatori nei confronti della qualità e della sicurezza dei prodotti agroalimentari italiani;
– quali iniziative intendano adottare, o abbiano già adottato, al fine di rendere noti e pubblici i riferimenti delle società eventualmente coinvolte in pratiche commerciali ingannevoli, fraudolente, o scorrette finalizzate ad immettere sui mercati finti prodotti made in Italy ed i dati dei traffici illeciti accertati;
– quali azioni i Ministri in indirizzo intendano promuovere, con specifico riferimento al settore del commercio con l’estero al fine di prevenire le pratiche fraudolente o ingannevoli, ai danni del made in Italy o, comunque, ogni altro tipo di operazione o attività commerciali in grado di indurre in errore i consumatori e, ancora, la più ampia trasparenza delle informazioni relative ai prodotti alimentari ed ai relativi processi produttivi e l’effettiva rintracciabilità degli alimenti nazionali;
– quali misure intendano adottare al fine di assicurare il rispetto, da parte della Commissione europea, del termine imposto dal regolamento citato, per l’attuazione dell’obbligo di indicazione del paese d’origine o del luogo di provenienza o di porre rapidamente rimedio al suo mancato adempimento;
se in caso di scadenza del suddetto termine senza l’adozione da parte della Commissione dei dovuti provvedimenti, non si intenda provvedere all’approvazione, a livello nazionale, di disposizioni di attuazione dell’obbligo imposto dal regolamento per assicurare il regolare funzionamento del mercato e contrastare il fenomeno della contraffazione;
– se non intendano, nelle more dell’approvazione, a livello comunitario, dei suddetti provvedimenti di attuazione, adottare disposizioni di indirizzo e coordinamento, al fine di recepire il principio fissato dalla regolamentazione europea ed avviare opportune campagne di informazione per gli organi di controllo e per i consumatori, con i quali deve essere al più presto ripristinato un dialogo di fiducia rispetto alla qualità e alla sicurezza dei prodotti agroalimentari locali;
– se non ritengano necessario assicurare l’adozione di un sistema analogo a quello previsto dall’articolo 10 della legge 14 gennaio 2013, n. 9, recante “Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini”, al fine di rendere accessibili a tutti gli organi di controllo ed alle amministrazioni interessate le informazioni ed i dati sulle importazioni e sui relativi controlli, concernenti l’origine dei prodotti, nonché assicurare l’accesso ai relativi documenti da parte dei consumatori, anche attraverso la creazione di collegamenti a sistemi informativi ed a banche dati elettroniche gestiti da altre autorità pubbliche;
– quali determinazioni intendano, nell’ambito delle rispettive competenze, intorizzare alle autorità di controllo e, in particolare, al Corpo forestale dello Stato, per applicare la definizione precisa dell’effettiva origine degli alimenti, secondo quanto stabilito dall’articolo 4, commi 49 e 49-bis, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, sulla tutela del made in Italy, tenuto anche conto della necessità di ripristinare un dialogo di fiducia con i consumatori rispetto alla qualità e alla sicurezza dei prodotti agroalimentari.
M5S Interrogazione Agroalimentare Campania Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01453
M5S Interrogazione Agroalimentare Campania Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01457
C.S.