Abuso edilizio quarantennale sanato con più di 10mila euro di multa inflitta dall’Utc

Abuso edilizio quarantennale sanato con più di 10mila euro di multa inflitta dall’Utc

PIGNATARO M. – Un abuso edilizio di quarant’anni fa costa caro ad A.B., dopo il ricorso presentato dalla vicina di casa. La signora D.D.G., qualche mese fa, lamentò delle difformità dell’abitazione accanto a quella acquistata dalla stessa in via Borsellino (appunto la casa del signor A.B.). La struttura abitativa realizzata nel lontano 1972 – così come scritto nel ricorso –, oltre ad essere sprovvista di una concessione edilizia giuridicamente valida, non avrebbe rispettato le distanze dal confine e sarebbe stata edificata illegittimamente su una superficie maggiore.

Nel corso di un sopralluogo dell’Ufficio tecnico e della Polizia Municipale effettuato lo scorso otto di novembre, è stato riscontrato che il fabbricato di A.B. (costruito con regolare licenza edilizia richiesta dal suocero nel 1972) presenterebbe delle opere abusive che consistono “in una traslazione dell’edificio sul diverso sedime con aumento di superficie e con la realizzazione di una cantinola interrata”. La traslazione – secondo l’Utc – avrebbe causato un aumento di superficie, in parte residenziale e in parte pertinenziale, in difformità alle modalità esecutive della licenza edilizia, anche se la variazione risulterebbe di scarsa entità rispetto all’area che avrebbe dovuto occupare la struttura. Tuttavia l’abuso non avrebbe violato il Prg né le norme vigenti in quegli anni (all’epoca della costruzione il Comune non aveva alcun strumento urbanistico e applicava le norme del codice civile e quelle della cosiddetta legge ponte n. 765 del 1967).

Le opere realizzate abusivamente dovrebbero essere rimosse, ma poiché l’abbattimento potrebbe compromettere la staticità dell’abitazione e siccome tra la commissione dell’abuso e l’accertamento del Comune è passato molto tempo (al punto da non far considerare più l’intervento di pubblica utilità, ma soltanto una questione di ripristino della legalità), l’ufficio tecnico ha proteso – ai sensi del comma 2 dell’articolo 34 del D.P.R. 380/2001 – per il pagamento di una multa quantificata nel doppio del valore della parte di edificio abusivo. Così, con ordinanza numero 6 del 14 gennaio, il responsabile dell’ufficio tecnico Girolamo Parente ha disposto il pagamento da parte di A.B. di 10.339,48 euro per sanare l’abuso. Il proprietario dell’abitazione potrà presentare ricorso contro l’ordinanza entro sessanta giorni al Tar Campania.

Red. cro.

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