SANTA MARIA CAPUA VETERE – Nella mattinata odierna, i Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti dei sottonotati individui, già condannati in primo grado per i reati di estorsione ed illecita concorrenza mediante violenza e minaccia aggravate dal metodo mafioso:
- MANNO Gaetano, cl.’65 da Frignano, residente in Villa di Briano (CE) condannato in primo grado alla pena di anni 8 di reclusione;
- DI PUORTO Francesco, cl. 55 da Casal di Principe, pregiudicato, già in passato condannato per associazione per delinquere di tipo mafioso e nuovamente condannato in primo grado, nell’ambito del presente procedimento, alla pena di anni 9 e mesi 8 di reclusione;
- BORRATA Silvio, cl.’71 da Aversa, commerciante, pregiudicato, condannato in primo grado alla pena anni 9 di reclusione e condannato già in passato per associazione per delinquere di tipo mafioso;
- MANNO Giuseppe, cl.’62 da Frignano, ivi residente, pregiudicato e condannato in primo grado alla pena di anni 8 e mesi 6 di reclusione; fratello del citato Gaetano.
I predetti, a seguito di attività di indagine condotte dalla Stazione di Marcianise, furono già colpiti a vario titolo da provvedimenti restrittivi (fermo del P.M.) nel mese di luglio del 2007 e sono stati tutti poi condannati in primo grado nel mese di novembre scorso alle pene di cui sopra poiché ritenuti responsabili di “estorsione ed illecita concorrenza mediante violenza aggravata dal metodo mafioso” poiché, al fine di procurare un ingiusto profitto a due società operanti nel settore pubblicitario a loro riconducibili (la “OFFICINA DESIGNER s. a. s.”, con sede legale in Frignano, e la “ESSEGI CONSULTING S.r.l.”, con sede legale in Benevento), avrebbero posto in essere ripetuti atti di intimidazione con violenza e minaccia nei confronti di numerose ditte operanti nel campo della cartellonistica pubblicitaria al fine di monopolizzare lo specifico settore ed eliminare la concorrenza, alterando in tal modo le naturali logiche di mercato.
Il nuovo provvedimento cautelare odierno è stato adottato dal Tribunale sammaritano poiché l’A.G. competente ha ravvisato un concreto pericolo di reiterazione degli stessi reati già commessi in passato basando la valutazione anche sulla pericolosità delle loro condotte passate, anche in virtù del riconoscimento, in sede di condanna in primo grado, dell’aggravante del metodo camorristico, già originariamente contestata all’atto del fermo, ma poi successivamente esclusa.
I predetti infatti, al fine di acquisire e mantenere il controllo sull’attività imprenditoriale di affissione della pubblicità sul territorio della Provincia di Caserta, si sarebbero avvalsi del metodo camorristico consistito nella difesa violenta del territorio e nella intimidazione a non operare nella provincia sulla base di confini determinati su logiche di appartenenza al Clan dei Casalesi ivi egemone, il tutto al fine di agevolare l’attività del medesimo sodalizio criminale.
L’operazione che portò al fermo dei citati indagati fu condotta dai CC di Marcianise all’alba del 19 luglio 2007. Dall’attività d’indagine espletata grazie alle testimonianze ed alle individuazioni di persona effettuate dalle vittime, emerse che gli indagati, al fine di procurare un ingiusto profitto alle ditte operanti nel settore pubblicitario delle quali risultavano essere amministratori due degli arrestati, avevano posto in essere ripetuti atti di intimidazione con violenza e minaccia nei confronti di numerose ditte operanti nel campo della cartellonistica pubblicitaria. In particolare le predette società, entrate di prepotenza nello specifico settore nel mese di ottobre 2006, avevano in breve tempo sbaragliato la concorrenza con metodi violenti, estromettendo tutte le altre aziende concorrenti operanti nella provincia di Caserta, stravolgendo pertanto le normali logiche di mercato.
Gli indagati avevano dato esecuzione al loro progetto criminoso con le seguenti modalità:
– avevano avvicinato le aziende concorrenti chiedendo loro la cessione a titolo gratuito dei propri impianti di cartellonistica;
– si erano impadroniti dei cartelloni pubblicitari asportando la cimasa di riconoscimento (targhetta identificativa) ed impiantando un autoadesivo con la scritta di una inesistente società denominata Europa Pubblicità;
– avevano condizionato, con intimidazioni passive, le riunioni della ACPE (Associazione Campana Pubblicità Esterna) finalizzate a fronteggiare il fenomeno in argomento;
– erano intervenuti presso i clienti delle società concorrenti imponendosi come nuovo soggetto sul mercato, proponendo i propri servizi a prezzi stracciati.
– avevano minacciato e allontanato gli operai delle ditte concorrenti addetti all’affissione;
– avevano violentemente picchiato due operai che stavano effettuando un’affissione per una ditta concorrente, provocando ad uno di essi lesioni gravissime (asportazione della milza);
– avevano minacciato l’amministratore di una ditta affinché ritrattasse le dichiarazioni rilasciate ai Carabinieri circa l’appropriazione indebita dei suoi cartelloni pubblicitari.