PIGNATARO MAGGIORE – Per cercare di recuperare ciò che rimane dell’Antica Cales, occorre creare una rete istituzionale tra le amministrazioni di Pignataro Maggiore, Calvi Risorta e Sparanise, al fine di unire le forze (e le professionalità) e creare progetti che possono ancora essere finanziati entro il 2013. Il problema principale, infatti, è quello di impegnarsi a progettare, dal momento che spesso in Campania i soldi ci sono e non vengono utilizzati per mancanza di progetti. E poi c’è il problema dell’Anfiteatro di Cales e della Grotta dei Santi, due monumenti praticamente sconosciuti a tutti i caleni, anche perché inaccessibili e su suoli privati (sic!). Queste sono solo alcuni dei problemi emersi sabato scorso durante l’interessante incontro “Cales e Pinetarium, prospettive di valorizzazione del patrimonio archeologico” organizzato dall’Archeoclub caleno, diretto dal Preside Paolo Mesolella, nella sala conferenze del Circolo Unione. All’incontro sono intervenuti il sindaco Raimondo Cuccaro, il consigliere con delega alla cultura, avv. Pier Nicola Palumbo, l’Ispettore della Sovrintendenza Archeologica e responsabile dell’ufficio caleno, prof. Antonio Salerno, l’archeologo Stanislao Raffaele Femiano, l’archeologo Ugo Zannini, presidente dell’Archeoclub “Falciano del Massico” l’avv. Giovanni Morelli, presidente del Circolo “Unione”, giornalisti (De Stavola e Minieri) , docenti (Crescenzo Palmesano, Angelo Martino, Valeria Principe) e cultori dell’archeologia provenienti anche da Calvi Risorta, S. Maria Capua Vetere e Caserta.
Molto interessanti le due relazioni: quella del prof. Salerno che ha parlato delle ville rustiche produttive presenti nei territori di Pignataro, Sparanise, Calvi, Bellona e Giano Vetusto; e quella del prof. Femiano, che ha fatto un interessante escursus sulla protostoria calena, anteriore alla conquista romana, parlando dei diversi popoli che si sono succeduti nel territorio ( Ausoni, Opici, Etruschi, Greci, Sanniti) e che hanno lasciato importanti tracce del loro passaggio. Un appuntamento, quindi, di grande valore simbolico la povera città di Cales e per il suo parco archeologico sempre dimenticati e trascurati. Il prof. Salerno, docente presso la seconda Università di Napoli, ha chiesto agli amministratori presenti di siglare una convenzione con l’Università per monitorare l’area archeologica comunale ed individuare le principali necessità. La mappatura delle criticità permetterà poi di valutare le soluzioni più idonee riguardo l’area critica di S. Giorgio rosso. Convenzione a costo zero per il Comune. Inoltre, ha spiegato, il restauro del Castello dovrebbe terminare entro l’anno ma diventerà un centro di informazione sul sito archeologico, una sorte di info point, e non ospiterà materiale archeologico o reperti al suo interno per motivi di sicurezza. Un museo virtuale, quindi, nulla a che vedere con il museo che aspettano i caleni.
Paolo Mesolella