“Io speriamo che me la cavo”: la seconda parte dell’appuntamento sull’abitudine alla lettura

“Io speriamo che me la cavo”: la seconda parte dell’appuntamento sull’abitudine alla lettura

A rafforzare le tesi di DE MAURO ci sono dati statistici che confermano che legge libri l’80% dei laureati ma solo il 26% di coloro che possiedono licenza Elementare o Media. Ma c’è anche una buona percentuale di non lettori come professionisti, impiegati, direttivi che sono i “lettori morbidi “, quelli che leggono essenzialmente per motivi professionali. Ci sono, insomma, persone che pur avendo una certa cultura, dopo gli studi affermano di non avere tempo( capita anche a me) e come diceva il grande Gianni RODARI “ in certe persone il libro va coltivato come un riflesso scolastico, non come riflesso culturale”.In definitiva non c’è quella passione disinteressata che dura nel tempo. Il piacere di leggere, nasce su sollecitazione della scuola e della famiglia che devono avviare e consolidare non solo il processo meccanico ma anche quello emotivo ed intellettuale fondato sulla curiosità e sul piacere. Sarebbe importante, a tale scopo, far accedere i ragazzi a molti libri o biblioteche , in modo tale che il libro diventi costantemente oggetto di scoperta, di esplorazione,di manipolazione. Sarebbe utile far contattare i ragazzi da autori di testi, fare in modo che a casa guardino i libri come altri oggetti e che, soprattutto, i docenti attraverso la lettura infondano la ricerca a domande di senso e al gusto estetico della lettura.

Ricollegandomi all’uso del PC e della TV e,quindi, alle diverse modalità di percezione e di conoscenza si può affermare,così come affermato nel testo Psicologia della lettura e scrittura Ed. ERICKSON ,che il processo di comprensione di un testo è qualcosa di molto complesso e viene paragonato dagli studiosi a un compito di problem solving,in cui il lettore “ utilizza le informazioni provenienti dal testo e le proprie conoscenze di ordine linguistico e semantico per fare delle ipotesi sul contenuto di ciò che legge. Tali ipotesi potranno, successivamente,essere o meno confermate dalla lettura del testo che segue. Durante la lettura vengono messi in atto dei processi inferenziali, nel corso dei quali le conoscenze a disposizione del lettore sono integrate con quelle proveniente dal testo , e tale interazione rende il processo attivo e dinamico”. Gli esperti affermano che le conoscenze precedenti rivestono un ruolo fondamentale e che le differenze individuali tra i lettori sono dovute per la maggior parte alla quantità di informazioni che essi possiedono circa il contenuto del testo da leggere.

“I cattivi lettori, in quest’ottica, si caratterizzerebbero per minor numero di conoscenze  La capacità di mettere in relazione le informazioni presenti nel testo con le informazioni già presenti in memoria a lungo termine gioca un ruolo molto importante nella corretta comprensione del testo e dei lettori esperti, perché li aiuta a ricordare meglio il testo, permettendo anche di compiere adeguate inferenze in momenti di difficoltà”. Un altro aspetto da evidenziare si riferisce alla sfera meta cognitiva.

Il lettore per arrivare a una comprensione  del testo deve:

  1. Essere in grado di controllare il processo e di sospendere la lettura in caso di mancata comprensione;
  2. Mettere in atto strategie più adeguate per ritornare a capire;
  3. Saper utilizzare le potenzialità offerte dal testo per raggiungere la comprensione.

Dall’incontro tra le caratteristiche del testo e le caratteristiche del lettore ha origine la comprensione, che potrebbe essere definita come la costruzione della rappresentazione mentale del testo, frutto dell’integrazione delle nuove informazioni, desunte dal testo, all’interno della struttura conoscitiva preesistente nel lettore. Ciò significa,per concludere,che soggetti diversi  possono avere rappresentazioni mentali differenti dello stesso brano.

IL D.S.

Giacomo Coco

Commenta con Facebook