Varie volte nel corso di questa mia collaborazione pluriennale con Caleno 24 ho trattato il problema della valutazione delle scuole e le dinamiche che tale processo potrebbe innescare.
Non ho mai paragonato, a differenza di altri miei colleghi, la scuola alle aziende ma i troppi problemi che abbiamo accumulato negli anni mi hanno spinto a leggere con più attenzione il rapporto della Fondazione Agnelli pubblicato la settimana scorsa.
Secondo il rapporto,o per la scuola si cambia passo o si affonda,e il punto di partenza nell’articolato ragionamento è la valutazione del lavoro docente e il patto sottoscritto tra lo Stato e la categoria fatto nei decenni passati: ti pago poco e poco ti chiedo.
Nel tempo, aggiungerei, i carichi di lavoro sono cambiati non lo stipendio così come non sono cambiati gli sviluppi di carriera.
Berlinguer provò con un concorsone a premiare i meritevoli nel 1999 ma fu seppellito dalle polemiche, sindacati in testa.
Poi la Gelmini avviò due sperimentazioni premiali una (contestatissima) per le scuole e un’altra per i docenti, finite nel dimenticatoio.
L’economista Andrea Gavosto direttore della fondazione Agnelli afferma che: “ il sistema scolastico italiano non recluta e forma in modo selettivo i docenti. La maggioranza dei docenti italiani è ostile alla valutazione.
Si sentono sotto tiro e sono convinti che la valutazione possa danneggiarli portando a sanzioni e tagli del personale e delle risorse”.
Aggiunge: “I nostri insegnanti non hanno ricevuto alcuna formazione alla valutazione .Il giusto principio costituzionale della libertà d’insegnamento è male interpretato e si è trasformato in – Nessuno mi può giudicare-“.
E’ necessario costruire secondo Gavosto un percorso condiviso con i docenti, con chi di fatto lavora nella scuola.
Personalmente penso che valutazione non può più essere autovalutazione e, quindi, autoreferenzialità.
La Rivalutazione della scuola e dei docenti deve diventare centrale nei criteri generali da fissare se si vuole migliorare le criticità.
Anche le informazioni dovrebbero essere rese pubbliche al fine di agevolare le scelte delle famiglie all’atto dell’iscrizione.
La Fondazione propone anche che i Dirigenti delle scuole che hanno dimostrato la qualità del loro Istituto, possano assumere con trasparenza gli insegnanti per la loro scuola.
In definitiva il modello proposto è di origine anglosassone e parte dalla constatazione che senza valutazione sia impossibile fare diagnosi sui punti di forza e di debolezza delle scuole pubbliche .
Secondo la Fondazione l’Invalsi (e i suoi test) dovrebbe essere un istituto autonomo dal Ministero di cui valuta il lavoro.
Sulla proposta che i Dirigenti nominino i docenti ho qualche perplessità, la seconda proposta è la logica conseguenza che chi deve organizzare un processo non può dipendere da altri (MIUR).
Per la valutazione dei docenti la Fondazione ipotizza una valutazione esterna per vari motivi.
Molti docenti barano nel test Invalsi e quindi la valutazione globale è falsata,inoltre l’apporto di un singolo insegnante in una classe non è determinante.
Questo dato rafforza l’idea di dare potere ai Dirigenti Scolastici con possibilità d’intervento diretto nella gestione delle scuole.
Aggiungerei…………..e sarebbe ora!!
Il Dirigente Scolastico
Giacomo Coco