Laghetto degli orrori di Sant’Angelo in Formis: i senatori del movimento 5 Stelle presentano una interrogazione

Laghetto degli orrori di Sant’Angelo in Formis: i senatori del movimento 5 Stelle presentano una interrogazione

CAPUA – E’ stata presentata un’interrogazione parlamentare a prima firma della Sen. Vilma Moronese con la quale si chiede al Ministro dell’Ambiente di fare chiarezza una volta per tutte sui rischi ambientali e sanitari che potrebbero sussistere nella zona della cosiddetta “Cava Formis” sita nella frazione di Sant’Angelo in Formis in località Purgatorio – Capua.

Dichiara la Sen. Vilma Moronese : “Sollecitata dai cittadini ed anche da molti attivisti del M5S di Capua, ho presentato assieme ai miei colleghi una interrogazione al Senato della Repubblica con la quale il MoVimento 5 Stelle chiede che sia fatta luce in modo definitivo, direttamente dalla autorevole voce del Ministro, sulla situazione ambientale e i rischi per la salute che potrebbero esistere in questa località”.

Ecco il testo dell’interrogazione parlamentare:

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01804

Atto n. 4-01804

Pubblicato il 6 marzo 2014, nella seduta n. 203

 

Ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute e delle politiche agricole alimentari e forestali. –

Premesso che, per quanto consta agli interroganti:

il sito denominato “Cava Formis” indica una cava, presente nel comune di Capua (Caserta), nella frazione Sant’Angelo in Formis in località Purgatorio, ricavata dalle attività di estrazione di sabbia per le costruzioni;

l’attività estrattiva che ha originato tale cava ha avuto inizio nel 1984 previa regolare denuncia effettuata dal proprietario signor Buonaurio Mattia;

dal 1984 sino a fine anni ’90, l’attività di estrazione è proseguita tra diversi passaggi di proprietà resi necessari dalla variazione della normativa regionale in merito alla disciplina delle attività estrattive;

nel corso degli anni l’attività di estrazione (che prima della riforma delle norme in materia di attività estrattiva, era realizzabile anche nelle vicinanze dei corsi d’acqua mentre successivamente è stata disposta la distanza minima di150 metri) ha raggiunto profondità tali da intaccare la falda provocando la risalita delle acque fino a dare vita alla formazione di cosiddetti “laghetti”;

come si evince dalla relazione del geologo Aldo Pirro, realizzata su richiesta del Buonaurio quale documento da allegare alla richiesta di dissequestro della cava da parte del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, l’attività di estrazione ha visto subentrare nell’ordine le società: Edil cave Srl (costituita dallo stesso Buonaurio per adeguarsi alle norme in materia), Sud dragaggi Srl di Poerio Rosa che subentra a Edil cave nel 1994, e Formis inerti s.a.s. di Fusco Anna che subentra a Sud dragaggi nel 1998;

l’istanza di dissequestro, come specificato nella relazione suddetta, era finalizzata alla realizzazione dei lavori di recupero ambientale dell’area presso la quale nel frattempo era definitivamente cessata l’attività estrattiva e pertanto il terreno era rientrato nelle disponibilità del proprietario (Mattia Buonaurio);

nel 1998 nella sede della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere viene depositata la segnalazione della presenza presso la cava in oggetto di rifiuti solidi urbani e di alcuni fusti sospettati di contenere rifiuti pericolosi;

nel dicembre del 1999 la cava e gli impianti presenti presso la stessa furono posti sotto sequestro preventivo da parte del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri in seguito al riscontro delle seguenti irregolarità: assenza di autorizzazione per gli scavi effettuati a meno di150 metridalle rive del fiume (Volturno), inadempienze in merito alle norme antinfortunistiche, attività lavorative realizzate su particelle non interessate dai lavori;

a seguito della segnalazione di cui sopra, la ditta Progest s.a.s. venne incaricata dalla Provincia di Caserta di effettuare indagini sull’eventuale inquinamento delle acque e sul contenuto dei fusti che avevano al loro interno la presenza di rifiuti cosiddetti speciali pericolosi (essenzialmente residui di vernici e pitture provenienti dalle attività di carrozzeria – codici CER: 08 01 11; 08 01 21; 08 04 09);

il 28 marzo 2000 con ordinanza n. 54 del sindaco di Capua veniva imposto alle ditte impegnate sul sito di provvedere a proprie spese alla messa in sicurezza, alla bonifica e al ripristino ambientale del sito;

il 9 maggio 2000, il dirigente del Genio civile con decreto n. 599 ordina l’immediata sospensione e non prosecuzione dei lavori estrattivi e richiede di provvedere al ripristino dei luoghi;

nel 2002 il commissario di Governo per l’emergenza rifiuti, bonifiche e tutela delle acque nella regione Campania, nelle more del censimento delle cave non più in esercizio, col supporto tecnico della società SOGIN s.a.s., classifica la cava in oggetto col codice 10, la considera sospesa (ex art. 36 della legge regionale n. 54 del 1985) e ne dispone la caratterizzazione, contro la richiesta del proprietario signor Buonaurio a non procedere ad ulteriori indagini;

le risultanze della caratterizzazione, effettuata successivamente in collaborazione con l’Università degli Studi Federico II di Napoli, evidenziando l’assenza di contaminazione sia per le acque dei cosiddetti laghetti e del fiume Volturno che scorre a poche decine di metri, hanno confermato l’esito delle analisi precedentemente realizzate dalla società Progest s.a.s. per conto della Provincia di Caserta;

considerato che:

quanto sopra esposto è riscontrabile nella già citata relazione del dottor geologo Aldo Pirro;

durante il susseguirsi delle vicende riguardanti la “Cava Formis”, nel corso degli ultimi anni sono apparsi su testate on line locali degli articoli che riportavano alcuni passi della relazione che la società SOGIN s.a.s. ha prodotto in seguito alle indagini effettuate per conto del commissario di Governo per l’emergenza rifiuti, bonifiche e tutela delle acque;

in tale relazione sarebbe denunciata la presenza presso il sito in oggetto di inquinanti che non risultano normalmente presenti nell’area;

nella fattispecie, sarebbe stata riscontrata la presenza di rifiuti solidi urbani per un volume di circa10.000 metri cubi, e che sussistono condizioni tali da generare rischi per la salute umana e /o l’ambiente per effetto delle quali la stessa SOGIN indica che “un maggior dettaglio analitico si rende necessario per valutare appieno la possibile destinazione della zona a verde pubblico, privato e residenziale”;

nel 2005 il sito in questione, è stato identificato nel Piano di bonifica regionale come uno dei siti potenzialmente inquinati da bonificare;

nello stesso anno 2005, la sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere datata 22 settembre, con la quale viene dichiarato estinto per prescrizione il reato di discarica abusiva adibita nella cava, non consente la confisca del sito che sarebbe scattata in caso di sentenza definitiva;

il 15 marzo 2012, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere dispone la revoca del sequestro preventivo del sito risalente al 10 dicembre 1999 e la restituzione della cava intestata alla società FORMIS INERTI agli aventi diritto;sia quanto riportato a mezzo stampa che la non totale chiarezza delle informazioni che riguardano la storia del sito in oggetto continuano a destare forti perplessità nella cittadinanza che da anni vive con lo spettro della grave emergenza ambientale campana e che fatica ad accettare le poco convincenti specifiche per il ripristino dell’area in esame, per le quali è stato ipotizzato un agrumeto come nuova destinazione d’uso del terreno,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della storia e delle relative vicende della suddetta “Cava Formis” e dei cosiddetti “Laghetti di Capua”;

se, alla luce delle suddette premesse e considerazioni intendano procedere ad immediate azioni, ciascuno secondo i propri ambiti di competenza, volte a fare definitivamente chiarezza sulle condizioni del sito, nell’interesse primario della tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente fluviale che è fonte di ricchezza per l’area in esame.

 

MORONESE , NUGNES , MARTELLI , LUCIDI , AIROLA , BERTOROTTA , BLUNDO ,

BOTTICI , BUCCARELLA , BULGARELLI , CASTALDI , CIAMPOLILLO , CIOFFI ,

DONNO , ENDRIZZI , FUCKSIA , GAETTI , GIARRUSSO , LEZZI , MANGILI , MARTON ,

MORRA , PAGLINI , PETROCELLI , PUGLIA , SERRA , TAVERNA , VACCIANO ,

CAPPELLETTI

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