PIGNATARO M. – Il nastro del Borgo dei Cuntranommi (progetto unico in Italia) verrà tagliato sabato 22 alle 10.30, all’ingresso del nucleo storico in via Roma, davanti alle cosiddette “scalinatelle”. A dare inizio ufficialmente alla vita del borgo, sarà Gino Sellitto, ideatore e curatore dell’importantissimo progetto culturale e antropologico che, in alcuni punti di Pignataro Maggiore, è riuscito a dare una toponomastica unica in tutto lo Stivale. Sarà, il primo progetto in Italia nel suo genere, un fascinoso dedalo di vicoletti del centro storico, trasformato in scrigno per non dimenticare e per imprimere sulle mura secolari i nomignoli (alcuni di origine addirittura medievale) che ancora oggi caratterizzano e identificano tutte le famiglie di Pignataro Maggiore.
Ad ideare il piano culturale è stato Gino Sellitto, 80enne del posto che, in quanto ad energia e inventiva, non è secondo nemmeno al migliore dei creativi di un’azienda multinazionale. “In realtà, ho solo proiettato nella realtà un’esigenza di molte persone – ha detto Sellitto – creare uno spazio per non dimenticare, una zona franca dove i pensieri e la memoria possano essere protetti. Insomma – ha aggiunto l’ideatore del Borgo dei Cuntranommi – un posto fisico dove il progresso non riduca tutto alla virtualità di internet e degli alienanti posti come i centri commerciali. Se posso essere sincero: volevo lasciare alle generazioni future, un posto dove pensare non sia un reato da soffocare con una modernizzazione finta, fatta di telefonini e superficialità”.Cinque violetti, due piazzette minuscole ma suggestive con la toponomastica rubata alla tradizione: i punti della zona avranno un nome preso direttamente dalla tradizione degli antichi cognomi, dai nomignoli o dai mestieri di un tempo che animavano quel piccolo borgo, sorto tra la fine della dominazione spagnola e gli albori della prima urbanizzazione razionale di Pignataro Maggiore, nella metà del Settecento.Non sarà lo scherzo di un breve periodo. “Macché – ha precisato Gino Sellitto – questi nomi rimarranno per sempre a indicare le strade di questo borgo della memoria, questa è una cosa serissima, ma soprattutto è uno spazio che lasciamo a tutti, una cassaforte urbana dove poter sviluppare progetti di ogni tipo, sempre rispettando tradizioni e modi di essere del nostro meridione”.
C.S.