NAPOLI – Cari lettori sono passati solo pochi giorni dall’eliminazione dall’Europa League ed ecco che mi ritrovo a dover commentare una nuova delusione. Il Napoli (in 10 uomini) perde in casa contro la Fiorentina, la rivale più accreditata nella contesa per la conquista del terzo posto e prossima avversaria in finale di coppa Italia. Con questa vittoria i viola rilanciano le loro velleità di rimonta, peraltro giustificate da una buona stagione, che probabilmente sarebbe potuta andare in maniera diversa se Mario Gomez e Giuseppe Rossi non fossero stati vittime di infortuni. Gli azzurri, invece, vedono allontanarsi il secondo posto, saldamente nelle mani della Roma.
L’articolo di oggi si discosterà comunque dal classico racconto della gara cui vi ho abituato fino ad ora per poter, invece, effettuare una disamina più globale della situazione della squadra. L’idea è analizzare quelle che secondo me sono state le caratteristiche principali dell’annata azzurra fin qui. Mi sembra opportuno farlo in questo momento, all’indomani di questo doppio insuccesso, perchè esso cade in una fase cruciale della stagione ed è stato contraddistinto da quei pregi e difetti che hanno marcato le prestazioni dei ragazzi fin dallo scorso agosto. L’obiettivo non è quello di divulgare la verità sul primo Napoli di Benitez, verità che tra l’altro non possiedo, ma cercare il confronto con voi amici, che, come me, siete vittime di questa irrazionale passione che ci costringe a gioire e/o dannarci per le gesta di 11 giovanotti in maglia azzurra. Io vi dirò la mia in attesa delle vostre risposte. È inoltre un modo per me per cercare di evitare l’analisi di un match il cui ricordo comporterebbe solo frustrazione. Grosso modo possiamo riportare la cronaca alle seguenti parole: il Napoli gioca bene ma, alla fine, sarà sfavorito dall’espulsione di Ghoulam, avvenuta al 37′ del primo tempo. Fino a quel momento i padroni di casa controllano il gioco e si rendono pericolosi. Le occasioni sono diverse e capitano sui piedi di Higuain, Hamsik e Insigne. Il problema è però sempre lo stesso. La squadra non riesce a concretizzare le occasioni che crea ed è eccezionale nel complicarsi la vita nel momento in cui compie qualche errore difensivo. È quello che succede in occasione del rosso al terzino sinistro partenopeo. Fallo a centrocampo di Albiol su Gomez non sanzionato, azione che prosegue con il franco algerino che stende Bakic. Tagliavento decide per il rosso. Il direttore di gara è stato accusato, a fine gara, di essere tra i principali motivi della sconfitta a causa della sua prestazione scadente (ci sono dubbi sulla stessa espulsione). Una considerazione probabilmente corretta ma che lascia il tempo che trova, considerando ad es. quanto accadde proprio nella partita d’andata tra noi e i viola. I problemi del Napoli esulano dall’arbitraggio (che tuttavia si spera possa essere sempre all’altezza della situazione e non come quello di ieri), ma hanno radici ben più profonde che dopo cercheremo di analizzare. Nel secondo tempo, a fronte degli ospiti meglio organizzati e più arrembanti, i ragazzi di Benitez continuano a provarci. Nel finale sono tuttavia i gigliati ad avere le migliori occasioni. Ci provano Ilicic e Matri, ma a buttarla dentro è Joaquin sul solito pasticcio del reparto arretrato azzurro. Il goal arriva all’88’, quando ormai c’è ben poco da fare per tentare la rimonta. Il fischio finale riaccende paure mai sopite e consente agli avvoltoi del tifo di dare libero sfogo ai loro strali. Per di più ad una sola settimana dalla super sfida contro la Juve, intervallata dall’impegno in trasferta a Catania. Quali sono i motivi di questa andatura altalenante ? Cerchiamo di capirlo insieme.
“Patti chiari, amicizia lunga” recita un vecchio adagio quindi mettiamo subito le cose in chiaro. Io sono un filo societario. Le mie considerazioni nascono a partire da tale presupposto. Meglio saperlo prima dell’avviarci all’interno di quel pericoloso campo minato che sono le osservazioni che si tengono all’interno della massima Accademia calcistica, ovvero il Bar Sport. Dall’inizio dell’anno le principali accuse rivolte al Presidente De Laurentiis e a Benitez ruotano intorno ad argomenti cardine, cioè il mercato estivo, l’aspetto tattico imposto dal tecnico spagnolo e il confronto con il Napoli che fu di Mazzarri e Cavani. Li vaglierò cercando di capire cosa c’è che non va e cosa invece funziona:
1. MERCATO ESTIVO: l’ultimo calciomercato ha, si, messo a disposizione di don Rafè validi elementi ma anche lasciato dei vuoti nella rosa. Di chi è la colpa di questi vuoti ? Del Presidente? Che non intende spendere ma solo lucrare sulla passione di noi tifosi (come vuole la vulgata da stadio) ? Oppure del mister ? Che si ostina a giocare con un modulo, forse, non adatto al campionato italiano e per il quale non ha gli interpreti adatti ? Per quanto mi riguarda condivido l’idea che, nonostante tutto, i soldi spesi in estate potevano essere investiti meglio. Agli azzurri mancano un difensore da affiancare ad Albiol, un centrocampista con due p**** grosse quanto i satelliti di Giove e un vice Higuain di spessore. Perchè non sono arrivati questi calciatori ? Perchè DeLa vuole fare il furbo ? Non credo. Probabile che la dirigenza abbia creduto, sbagliando, che con la rosa attuale si potessero affrontare al meglio tutti gli impegni della stagione. Sarebbe servito invece qualcosa in più per poter sopportare meglio il peso delle fatiche e toglierci magari maggiori soddisfazioni. Bisogna comunque ricordare che da quando Aurelio ha preso in mano le redini della squadra ha sempre acquistato, soprattutto in estate (bene e/o male, questo è un altro problema). I tifosi si lamentano della mancanza di colpi eclatanti, alla Higuain per intenderci. Bhè, probabilmente dimenticano che calciatori come Maggio, Campagnaro, De Sanctis, Behrami, pur non avendo l’appeal di Dani Alves, David Luiz, Neuer e Matuidi, sono stati acquistati grazie a questo presidente e hanno contribuito alle fortune degli ultimi anni (1 Coppa Italia vinta, costantemente in Europa da 4 anni e in lotta per le prime posizioni del campionato per una squadra che non molti anni fa languiva in serie C). Accusare De Laurentiis di non spendere, quindi, credo non sia propriamente corretto;
ASPETTO TECNICO: questo è un altro fronte caldo. Alzi la mano chi quest’anno non ha sentito dire almeno una volta “Benitez non ha capito ancora il calcio italiano” o, peggio ancora, “… non è adatto al nostro campionato”. Bene. Rafa Benitez in tutta la sua carriera ha vinto solo due scudetti (in Spagna, con il Valencia). Aspettarsi quindi che il suo arrivo sarebbe coinciso con l’annichilimento della Juventus era probabilmente un presupposto che, di per sé, non era valido. E non perdiamoci troppo in chiacchiere inutili sulle dichiarazioni estive che potevano esser dovute a mille ragioni, dal voler caricare la squadra, ad una effettiva errata lettura di un campionato che il tecnico spagnolo ancora non conosce a fondo (dato che, nella precedente avventura italiana, l’Inter lo esonerò a metà stagione benchè avesse vinto due trofei). Ci si poteva aspettare di più dalle avventure nelle Coppe ? Mah. Dalla Champions siamo usciti come tutti sappiamo, per ciò che riguarda l’Europa League, se Higuain e soci non la mettono dentro contro il secondo portiere del Porto, non vedo il pingue valenciano che ci può fare, e in finale di Coppa Italia ci siamo arrivati. Il suo integralismo tattico, in alcuni frangenti, non ha avuto risvolti positivi ma credo sia comunque finalizzato a fare in modo che la squadra apprenda a pieno il 4 2 3 1 e le sue sfaccettature. Un modo, questo, che credo servirà per effettuare il vero salto di qualità che il Napoli non riesce a fare, quello psicologico, che permetterebbe di acquisire quella sicurezza necessaria, al netto di investimenti e tattiche varie, per affrontare con un piglio diverso le stagioni e le mille e mille situazioni che si presentano durante il loro svolgimento, per fronteggiare le quali non basta solo avere a disposizione il campione di turno;
IL NAPOLI CHE FU: su questo punto non credo di dovermi dilungare a lungo. Ringrazio Mazzarri che ha fatto un lavoro egregio alle pendici del Vesuvio, portandoci in Champions e facendoci vincere una Coppa Italia ma, malgrado ciò, quest’anno, ho visto giocare in un modo che prima non avevo mai visto, a fronte un’intensità maggiore del Napoli che fu (dovuta anche ad interpreti che giocavano in maniera diversa). Dovrebbe bastare questo, secondo me, a convincere anche i più scettici. Il confronto Cavani-Higuain lo lascio cadere subito perchè sarebbe come lamentarsi di aver sostituito un auto di lusso di colore nero con un auto di lusso di colore grigio, tutto ciò senza tralasciare l’elevato numero di infortuni che ha perseguitato la squadra dall’inizio del campionato, un po’ di sfortuna in alcuni episodi e un fisiologico calo delle prestazioni della vecchia guardia, probabilmente frutto anche del cambio di modulo. Penso quindi che sarebbe ingeneroso bollare come negativa l’esperienza di Benitez dopo il suo primo anno al di là di come andrà a finire, e che, nonostante tutto, se questi sono i segnali per il futuro possiamo ben sperare. Soprattutto perchè, don Rafè, farà in modo che i nostri arrivino su ogni campo per imporre il proprio gioco. Abbiate fiducia, io ci credo. Avanti Napoli !!!
Vincenzo Cocozza