PIGNATARO M. – Magari porterà anche male, ma ricordarsi di essere assegnatari di un lotto per la costruzione di una cappella al cimitero comunale dopo trent’anni, sembra una dimenticanza di non poco conto, soprattutto se il luogo sacro deve essere ulteriormente ampliato. È questo il caso di quattro assegnatari che hanno presentato ricorso al Tar contro la decisione del Comune di far decadere il loro diritto maturato nel 1980 e non rispettato nei due anni successivi.
Ai tempi dell’ultimo ampliamento del cimitero comunale, l’allora Consiglio comunale – con delibera numero 123 del 30 marzo 1980 – assegnò cinquanta lotti per la costruzione di cappelle gentilizie. Secondo il vigente Regolamento di Polizia Mortuaria, gli assegnatari avrebbero dovuto presentare il progetto e realizzare le cappelle entro 24 mesi dal rilascio della concessione, diversamente sarebbe decaduta l’assegnazione. L’anno scorso, a seguito di una indagine ricognitiva, invece, è emerso che sette assegnatari di lotti non avevano ancora provveduto all’edificazione delle cappelle gentilizie. Per questo il Comune ha notificato agli interessati l’avvio del procedimento di decadenza del diritto.
Quattro assegnatari hanno deciso di ricorrere al Tar della Campania per chiedere l’annullamento della determina di decadenza dell’assegnazione del lotto cimiteriale. Tra questi ci sono quelli assegnati al defunto boss Gaetano Lubrano detto “Pugaciov” e al boss detenuto in carcere Raffaele Ligato. Entrambe le assegnazioni sono rivendicate dalle mogli (Giuseppina Orlando e Maria Giuseppa Lubrano) che, insieme ai signori Giuseppe De Lucia e Graziano Diana, hanno chiamato in causa il Comune che ha nominato l’avvocato Luigi Adinolfi per difendersi davanti al Tribunale amministrativo.
Red.