SPARANISE – Ancora uno scandalo investe la produzione della mozzarella Dop. Questa volta nella rete della giustizia sono finiti i responsabili del caseificio Cantile di Sparanise (lo stesso che confina, nell’area ex Pozzi, con i terreni che dovrebbero ospitare la centrale a biomasse), accusati di violazioni del disciplinare di produzione (con latte vaccino mescolato a quello di bufala, altro latte acquistato all’estero). L’operazione, condotta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, ha portato 13 persone agli arresti domiciliari, oltre che al sequestro dell’azienda e dei suoi sei punti vendita – i beni sequestrati raggiungono un valore complessivo di 5 milioni di euro, con 4 punti vendita nel casertano e 3 nel napoletano. Inoltre, secondo indiscrezioni, vi sarebbero anche altri dieci indagati che non sarebbero stati colpiti da misure cautelari.
L’inchiesta si sarebbe concentrata sul ruolo di Guido Cantile e dei figli Luigiantonio e Pasquale, i quali avrebbero messo in piedi il sistema collaudato di produzione del prodotto caseario che non era del tutto rispettoso dei principi e della normativa vigente. Sistema che si sarebbe alimentato grazie alla compiacenza delle due biologhe dell’azienda Cantile, Assunta Caprio e Ilena Micillo, e delle due contabili, Paola Mormile e Clorinda Bovenzi. Tra gli indagati ci sarebbero anche il trasportatore Amedeo Fasulo, i responsabili del Planet Group, Luigi Bacco, Giuseppina Genovese e Antonio Di Feo, e i due veterinari dell’Asl, Agostino Verde e Luigi Cammisa.
Il latte utilizzato per la mozzarella non veniva sottoposto al previsto autocontrollo sanitario. I controlli a campione sul latte giacente nei silos hanno rilevato una carica batterica anche più di duemila volte superiore a quella consentita, “tale da far ritenere il prodotto finale addirittura potenzialmente nocivo per la salute pubblica”, si legge in una nota del procuratore aggiunto, dottor Raffaella Capasso.
Il caseificio Cantile, pur essendo tenuto in base al disciplinare di produzione dop ad utilizzare solo latte di bufala e di provenienza certa, secondo gli esiti delle indagini impiegava abitualmente anche latte vaccino, ed acquistava anche all’estero (Polonia, Ungheria e Francia) partite di latte e di cagliata, di cui veniva nascosta la provenienza alterando i documenti di trasporto, al fine di contenere i costi.
Gli inquirenti hanno ravvisato l’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere, al cui vertice c’erano Cantile e i suoi figli. Fondamentale sarebbe stata la complicità di alcuni funzionari della Asl addetti al controllo sanitario: gli accessi al caseificio da parte dei veterinari per il prelievo di campioni erano preceduti da preavviso ai responsabili del caseificio, e così risultavano quasi sempre favorevoli. I due funzionari della Asl coinvolti avrebbero anche avvisato i Cantile delle visite ispettive di altri organi, come il controllo da parte della Commissione europea, e addirittura avrebbero partecipato a riunioni nel caseificio con lo scopo di rimediare agli inconvenienti presenti nella struttura.
“Scandali di questo tipo creano un danno enorme al nostro paese e al Made in Italy, la cui reputazione sul fronte delle produzioni alimentari viene scalfita”: lo sottolinea in una nota il Codacons, commentando l’operazione contro la mozzarella dop adulterata che ha visto il sequestro di un caseificio nel Casertano. “I consumatori sono danneggiati da comportamenti criminali che possono mettere a repentaglio la salute pubblica. Come ha sottolineato il procuratore aggiunto Raffaella Capasso, infatti, in questo caso il prodotto finale è da ritenersi potenzialmente nocivo per la salute. Ora tutti i cittadini che hanno consumato le mozzarelle in questione posso agire per ottenere il risarcimento dei danni nei confronti dei soggetti che saranno ritenuti responsabili di illeciti, in relazione ai pericoli corsi sul fronte della salute”, conclude il Codacons.
Red.