PIGNATARO M. / PASTORANO – I litigi tra adolescenti rappresentano una tappa quasi fisiologica ma non imprescindibile della crescita. Quando, però, assumono i contorni della violenza virtuale e personale – addirittura alimentati dagli adulti – si corre il rischio di influenzare negativamente la formazione. È il caso di cinque ragazzine che, per una presunta incomprensione, sono venute alle mani provocando danni non trascurabili a una coetanea.
Il 28 agosto del 2012, nella frazione San Secondino di Pastorano, una sedicenne del posto sarebbe stata picchiata da quattro ragazze (tutte minori), aiutate dalla madre di una di esse. Portata all’ospedale dal padre, alla vittima furono riscontrate delle lesioni. Successivamente, inoltre, dovette sottoporsi anche alle cure del U.O. Salute Mentale di Teano e a una perizia psicologica, dalla quale è emerso un “disturbo dell’adattamento con ansia e umore depresso misti”.
Per tutto ciò, i genitori della malcapitata hanno sporto denuncia nei confronti delle quattro ragazzine (sul quale è stato aperto un fascicolo presso il Tribunale dei minori di Napoli) e della signora Rosa Vito, residente a Pignataro Maggiore, la quale avrebbe partecipato all’episodio nella veste di autista delle presunte autrici dell’aggressione e di aver aiutato le stesse a picchiare la malcapitata (bloccandola contro un muro).
Per quest’ultima ieri mattina (venerdì 4 luglio) si è aperto il processo davanti al Giudice di Pace di Pignataro Maggiore, per il quale, in sede di costituzione delle parti, hanno chiesto di costituirsi parte civile sia la ragazza vittima dell’aggressione, sia i suoi genitori. La richiesta ha trovato l’opposizione del difensore dell’imputata, l’avvocato Piergiorgio Mazzuoccolo, il quale ha sottolineato che i genitori, non essendo parte lesa, non avrebbero titolo. Il difensore ha motivato l’eccezione aggiungendo che è in corso un procedimento (presso le sezioni civili del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere), nel quale l’imputata sarebbe coinvolta – in realtà, in quel caso, la donna sarebbe coinvolta soltanto come tutore di una delle persone a cui è stato chiesto un risarcimento da parte della ragazza picchiata. Il giudice ha accolto la costituzione della vittima, ma non dei familiari.
Dopo che il pm di udienza e la parte civile hanno depositato gli atti (denuncia, certificati medici, messaggi facebook), sono stati sentiti la vittima e suo padre.
La prima ha ricostruito tutta la vicenda, riferendo il tenore dei messaggi che alcune delle ragazze coinvolte le avrebbero inviate tramite i social network. Inoltre, ha ricordato che sua madre cercò di porre fine alle offese via facebook incontrando i genitori delle adolescenti. Il resto della deposizione si è concentrata su quanto accaduto la sera del 28 agosto del 2012, sul quale è stato ascoltato anche il secondo teste.
Al termine delle deposizioni, l’avvocato Polizzi ha chiesto (ai sensi dell’articolo 507 del codice di procedura penale) di sentire anche la versione dei fatti delle tre amiche della vittima, presenti al momento dell’aggressione.
Nella prossima udienza, che avrà luogo il 17 ottobre 2014, saranno ascoltati due testimoni della difesa.
Red. Cro.