Renzi strizza l’occhio agli imprenditori dei rifiuti con un decreto che concede disco verde a Iavazzi e alla Biopower

Renzi strizza l’occhio agli imprenditori dei rifiuti con un decreto che concede disco verde a Iavazzi e alla Biopower

CALVI R. / PIGNATARO M. – La Sorgenia, in Italia, gestisce il pacchetto più vasto nella grande torta delle energie rinnovabili, biomasse e biogas compresi (basta consultare il sito della società gestita dalla famiglia di Carlo De Benedetti:

http://www.sorgeniablog.it/2010/09/24/bioenergy-lenergia-da-biomasse/).

Tra la Sorgenia e l’impiantistica per lo smaltimento dei rifiuti nel Mezzogiorno d’Italia esiste un filo rosso di congiunzione, sottile e a tratti difficilmente individuabile, ed è legato alla recente collaborazione tra Sorgenia e Legambiente.

Tra la società di De Benedetti, la Sorgenia Menowatt e la principale associazione ambientalista nazionale si è consumata una intensa serie di iniziative condivise; non trascurabile quella delle brochure di sponsorizzazione delle biomasse e delle centrali a digestione anaerobica come quella che Iavazzi vuole realizzare a Calvi Risorta, in provincia di Caserta.

Proprio l’anaerobica è una materia che interessa sia Iavazzi, sia la Sorgenia che la gestisce con il gruppo “Sorgenia Bioenergy”.

Il 29 aprile scorso, infatti, durante un convegno promosso dall’allora sindaco Antonio Caparco, si discuteva proprio della possibilità di impiantare a Calvi Risorta una megacentrale, nei pressi di un parco archeologico secondo solo a Pompei e di un Casino di Caccia borbonico dove Ferdinando IV veniva a godere della salubrità dell’aria.

Per diffondere il taglio “innovativo e moderno” (parole dei tecnici di Iavazzi presenti alla convention di Calvi Risorta) era stata diffusa in quella sede una piccola brochure con tanto di stemma Legambiente.

Un claim ambientalista, un logo rassicurante che aveva alle sue spalle addirittura la Sorgenia: il gruppo di De Benedetti che, con quella brochure, faceva probabilmente capolino nell’affare di Calvi Risorta.

Due più due, nelle conferenze dove non è previsto un vero contraddittorio, purtroppo, non fa sempre quattro: quella convention finì tra spintoni e tafferugli, con l’ex sindaco di Calvi Risorta che cercava di far capire quanto fosse innocua una centrale come quella di Iavazzi, visto che “sulla locandina c’è anche la rassicurazione di Legambiente”, urlava agli ambientalisti l’ex primo cittadino Antonio Caparco.

Peccato che, formalmente, Legambiente avesse chiuso con Sorgenia già nel gennaio 2014, proprio per gli scandali ambientali maturati intorno a centrali come quella di Vado Ligure, gestita dalla Tirreno Power, gruppo Sorgenia, manco a dirlo.

Forse, l’ex sindaco di Calvi e quelli della Iavazzi Ambiente Scarl, non erano al corrente della rottura tra De Benedetti e Legambiente: un dato che tutti conoscevano da 5 mesi.

In realtà, quel logo apparso sul materiale pubblicitario a Calvi Risorta, ha aperto la strada alla vera comprensione di un disegno che, partendo dal crollo della Sorgenia di De Benedetti (in passivo per 1.8 miliardi), correrebbe fino alla necessità di realizzare centrali in Italia, Calvi Risorta compresa.

Il motivo? Articolato, ma non impenetrabile.

Il principale creditore della Sorgenia è il Monte dei Paschi di Siena che però è anche uno dei principali azionisti della Sorgenia stessa dai tempi della gestione Mussari: il Monte Paschi Siena ha debiti con il Monte Paschi Siena, in pratica.

I De Benedetti sono costretti a depositare entro la fine di questo luglio il piano di ristrutturazione della società presso il Tribunale di Milano, per poi convocare l’assemblea dei soci e deliberare l’aumento di capitale a servizio della conversione del debito.

In parole povere, non possono presentarsi agli azionisti senza avere nelle mani il jolly della realizzazione di nuove centrali, altrimenti perderebbero anche quel poco che la società austriaca Verbund (cassaforte vera e propria anche del gruppo Sorgenia) sarebbe disposta a lasciare come pacchetto azionario ai De Benedetti.

Insomma, la società Sorgenia perde il 25,4% dei ricavi in questi ultimi mesi, vedendo svanire circa 15 milioni.

A marzo 2014, la società era indebitata ancora più con l’aumento dell’esposizione di 1,85, rispetto a 1,79 milioni di dicembre 2013. Una tragedia.

E allora ecco arrivare in soccorso il governo che, con il decreto 91/2014 salva anche le autorizzazioni per il biogas che sono state presentate senza la Valutazione di Impatto Ambientale, come successo a Calvi.

Un governo a trazione Pd che salva le centrali nella sfera d’interesse finanziario di De Benedetti (tessera Pd numero 1) e chiede alle banche di trovare 400 milioni per salvare la Sorgenia, che è di De Benedetti e del Monte dei Paschi di Siena, una banca del Pd.

In tutto questo, si demanda agli imprenditori locali la realizzazione delle strutture.

E quelle decine di autorizzazioni, come quella data 48 ore fa a Iavazzi dalla Regione Campania, somigliano sempre più alle autorizzazioni che la Corte Costituzionale ha annullato, facendo infuriare Renzi a tal punto da spingerlo a riattivare un pacchetto per rimettere in moto le strutture per la combustione dei rifiuti e a costruirne delle nuove. Nella mappa? Ci sono Calvi Risorta (da costruire) e la Biopower di Pignataro (già costruita in attesa di attivazione). Quante coincidenze intorno a queste centrali.

Salvatore Minieri

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