Centrale a biomasse: la storia dell’avvocato Brancaccio tra Regione Campania e Udc

Centrale a biomasse: la storia dell’avvocato Brancaccio tra Regione Campania e Udc

CALVI R. – Nonostante le percentuali a una cifra, l’Unione di Centro, il partito scudocrociato per anni tra le mani di Pierferdinando Casini e oggi passato in quelle di Lorenzo Cesa, sembra essere un po’ come il prezzemolo, lo metti ovunque. L’accostamento gastronomico sembra calzare particolarmente in Terra di Lavoro, dove da qualche anno non si muove pietra senza gli indomabili ex democristiani, sempre alla ricerca di convergenze a destra come a sinistra. Esempio lampante di questa cosiddetta “politica dei due forni” (passata alla storia popolare come “politica della pagnotta”) è l’elezione a Presidente della Provincia di Caserta dell’onorevole Domenico Zinzi, arrivato all’Ente di corso Trieste grazie all’alleanza con il centrodestra (all’epoca guidato da Nicola Cosentino).

Una strategia che ha portato i centristi campani a inserirsi, non solo in importanti operazioni politiche, ma anche in significative interventi imprenditoriali come quelli che prevedono la localizzazione di un gassificatore sul territorio di Capua e una centrale a biomasse su quello di Calvi Risorta. Nel primo caso lo sponsor principale dell’operazione è proprio Zinzi (insieme al sindaco Carmine Antropoli), mentre nel secondo caso si tratta di un’operazione condotta da imprenditori molto vicini all’onorevole marcianisano: la famiglia Iavazzi.

Per l’impianto a biogas destinato all’area ex Pozzi, però, sembrava scemato l’interesse dell’Udc fino a quando gli ambientalisti caleni non hanno letto il decreto dirigenziale numero 59 del 26 giugno, lo stesso che concede la Valutazione di impatto ambientale alla Iavazzi Ambiente scarl.

Per ironia della sorte, infatti, il documento è firmato dal Dirigente Regionale, Simona Brancaccio (preparatissima e seria dirigente ad interim del segretariato della Giunta Regionale e responsabile dell’attività di collegamento tra AGC 01 e Segretariato della G.R. e monitoraggio dei processi scaturenti dalla legge 131/2003), la quale dovrebbe essere stata candidata (non eletta) al Consiglio comunale di Napoli nel corso delle elezioni del 15 e 16 maggio 2011. Con chi era candidata l’avvocato/dirigente regionale di origine napoletana? Naturalmente con l’Udc. Insieme a Fli, Api e alla lista civica “La Città”, gli allora casiniani sostenevano la candidatura a sindaco dell’ex rettore dell’università di Salerno, Raimondo Pasquino. Mentre il professore di ingegneria, però, dopo il primo turno superato con una percentuale sotto il 10%, ha intessuto una alleanza con il sindaco Luigi de Magistris (che gli ha fruttato la nomina a Presidente del Consiglio comunale), la Brancaccio pare sia rimasta legata all’attuale segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa. Ad ogni modo, nell’Agro caleno non si conosce l’evoluzione dei rapporti tra la Brancaccio e i centristi, magari qualche notizia in più potrebbe essere fornita da uno dei pretoriani di Cesa in Terra di Lavoro, il Consigliere regionale Angelo Consoli.

Red.

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