CALVI R. – Questo il titolo del 17 maggio scorso di un nostro comunicato stampa. Oggi confermiamo che la procedura si è realmente avviata con il sopralluogo di una équipe tecnica che, prima di recarsi sul sito, ha incontrato il sindaco dott. Marrocco per i necessari accordi istituzionali ed iniziative da intraprendere per dare il via alla operazione di rimozione di questa montagna di pneumatici che giace sul greto del torrente (Rio Pezzasecca), appena prima che questo attraversi il Ponte delle Monache.
Tutto il processo è iniziato da una segnalazione che il dott. Gianfranco Tozza, al termine di una visita guidata organizzata nell’ambito del progetto Cales da (ri) Scoprire, recapitò al dott. Donato Cafagna, Prefetto della Terra dei Fuochi. Quest’ultimo già organizzò un primo intervento cui è seguito quello odierno.
L’équipe che ha effettuato il sopralluogo:
i volontari della rete ArcheoCales, gli assessori Giacomo Iodice ed Enzo Izzo, i volontari della Protezione Civile di Calvi Risorta, il dott. Gianfranco Tozza di Legambiente Campania, il Nucleo Operativo dei Vigili del Fuoco di Caserta (coordinati dal Comandante Salvatore Longobardo), il dott. Francesco Massaro di ECOPNEUS (Ecopneus scpa è la società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione finale dei Pneumatici Fuori Uso – PFU).
Giunti sul sito, i Vigili del Fuoco si sono calati lungo la scarpata tufacea alta circa 30 metri per documentare lo stato dell’arte. Quanto hanno documentato denota lo stato di estremo degrado di questo torrente, invaso, non solo dalla montagna di pneumatici, ma anche da rifiuti di ogni tipo sversati illegalmente presso un’opera antica di estrema importanza storica.
Il PONTE DELLE MONACHE è un grande diaframma naturale di tufo, quasi unico nel suo genere, che ancora oggi collega l’area della città antica con la campagna a Sud. Il ponte, largo circa m. 3,10, è traforato al centro da un tunnel in cui scorre il corso d’acqua (Rio Pezzasecca) che confluisce nel Rio dei Lanzi, svolgendo dunque un’importante funzione idraulica e viaria.
In questa estremità sud-est della città si colloca una grande area santuariale che occupa il pianoro alla confluenza dei fiumi Pezzasecca e Rio dei Lanzi, tra due assi viari, uno in direzione dell’Ager Falernus e l’altro dell’Ager Campanus e Capua.
Qui nel 1960 si rinvenne una stipe votiva con ex voto in terracotta. In un’area più ad ovest furono rinvenute strutture in tufo grigio, identificate come strutture perimetrali di un edificio templare con cella e pozzo sacro. A breve distanza da questo complesso, in direzione Nord-Est, sono stati rinvenuti una grande quantità di vasetti miniaturistici, provenienti da due fosse votive.
Oggi è una data importantissima per noi che da febbraio frequentiamo questi luoghi affinché sia loro restituita la giusta dignità storica. Finalmente le Istituzioni preposte alla salvaguardia di siti di notevole interesse si sono mosse sinergicamente ed hanno avviato un processo di recupero che non può esaurirsi al solo Ponte delle Monache, tutta l’area archeologica di Cales ha bisogno di essere valorizzata perché è il nostro Bene Comune. Il nostro impegno quotidiano si muove in questa direzione.
Cales da (ri)scoprire