ROMA – Carlo Tavecchio, candidato alla presidenza della FIGC, è stato processato e condannato cinque volte. È stato condannato a 4 mesi di reclusione nel 1970 per falsità in titolo di credito continuato in concorso, a 2 mesi e 28 giorni di reclusione nel 1994 per evasione fiscale e dell’Iva, a 3 mesi di reclusione nel 1996 per omissione di versamento di ritenute previdenziali e assicurative, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per omissione o falsità in denunce obbligatorie, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per abuso d’ufficio per violazione delle norme anti-inquinamento, più multe complessive per oltre 7.000 euro. Quest’uomo potrebbe diventare Presidente della FIGC. Evviva il calcio italiano.
Pochi giorni fa lo stesso Tavecchio pronunciò, durante l’assemblea estiva della Lega Dilettanti, questa frase che ha scatenato tante polemiche: “L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che Opti Poba (nome di fantasia n.d.r.) è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigree”.
Il 28 luglio la FIFA ha chiesto alla FIGC di aprire un’indagine sul caso, ricordando alla Federcalcio come la lotta contro il razzismo sia obiettivo di massima priorità ed affermando di aver allertato Jeffrey Webb, presidente della Task Force internazionale contro il razzismo e la discriminazione.
a cura di Andrea De Luca