ROMA – Il quotidiano fondato da Antonio Gramsci a partire da venerdì 1 agosto non sarà più in edicola. Lo comunica Nuova iniziativa editoriale spa in liquidazione, società editrice del quotidiano. La decisione, dovuta alle grave situazione economica, arriva poco dopo le celebrazioni del 90esimo anniversario della nascita. Ecco il comunicato sul sito del quotidiano.
HANNO UCCISO L’UNITA’
I liquidatori di Nuova iniziativa editoriale spa in liquidazione, società editrice de l’Unità, a seguito dell’assemblea dei soci comunicano che il giornale sospenderà le pubblicazioni a far data dal 1 agosto 2014.
EMANUELE D’INNELLA
FRANCO CARLO PAPA
IL COMUNICATO DEL CDR: “FINE DELLA CORSA”
Fine della corsa. Dopo tre mesi di lotta, ci sono riusciti: hanno ucciso l’Unità. I lavoratori sono rimasti soli a difendere una testata storica. Gli azionisti non hanno trovato l’intesa su diversi percorsi che avrebbero comunque salvato il giornale, e che i due liquidatori avevano chiesto di approvare. Un fatto di gravità inaudita, che mette a rischio la sopravvivenza di una voce libera e autorevole dell’editoria italiana, oltre che un’ottantina di posti di lavoro in un momento di grave crisi del settore dell’informazione.
LA PRIMA PAGINA DELL’UNITA ‘ DI OGGI
Nonostante tutto i dipendenti de l’Unità non si sentono soli. Anzi. Appena si è diffusa la notizia molti lettori ci hanno espresso la loro solidarietà, e questo per i giornalisti è un fatto molto importante. Il senso di comunità che questa redazione ha sempre mantenuto è emerso anche in questa occasione, come tutte le altre dolorose occasioni che purtroppo hanno accompagnato la vita del giornale negli ultimi anni. Il cdr rivendica di aver mantenuta alta la bandiera del giornale, anche quando il suo destino sembrava impantanarsi nelle sabbie mobili di una gestione scellerata, che ha aperto le porte del capitale ad azionisti incompatibili con la storia del giornale. Proprio quegli azionisti che ieri hanno contribuito ad affossare la testata. Non abbiamo perso la nostra bussola neanche quando tra le diverse offerte per rilevare la testata è spuntata quella dell’onorevole Santanchè. Anche a lei abbiamo detto: no, grazie. Sapevamo che altre ipotesi erano percorribili, e anche che il Pd si stava occupando della vicenda. Lo sapevamo e lo speravamo. Evidentemente ci siamo sbagliati. E a pagare oggi siamo innanzitutto noi.
I lavoratori agiranno in tutte le sedi per difendere i propri diritti. Al tempo stesso, con la rabbia e il dolore che oggi sentiamo, diciamo che questa storia non finisce qui. Avevamo chiesto senso di responsabilità e trasparenza a tutti i soggetti, imprenditoriali e politici. Abbiamo ricevuto irresponsabilità e opacità. Questo lo grideremo con tutta la nostra forza. Oggi è un giorno di lutto per la comunità dell’Unità, per i militanti delle feste, per i nostri lettori, per la democrazia. Noi continueremo a combattere, a chiedere a chi ci promette un futuro di darci certezze oggi. Di assicurare solidità patrimoniale. E a chi promette invece sostegno politico, diciamo che oggi è tardi per esprimere solidarietà. Chi in questi giorni visiterà le nostre feste, non troverà il giornale. Ci sembra inaccettabile.
IL COMUNICATO DELLA FNSI: VICINI AI COLLEGHI
La notizia che non avremmo voluto ricevere è purtroppo arrivata: l’Unità dal primo agosto sospende le pubblicazioni e tutti i lavoratori – giornalisti, amministrativi e poligrafici – saranno posti in Cassa integrazione a zero ore. I collaboratori perderanno il lavoro. Una svolta drammatica, purtroppo temuta e quasi annunciata in questi mesi di continui rinvii e di rimpallo di responsabilità tra azienda e politica. Ora tutti gli sforzi debbono essere posti nello sforzo per tentare il ritorno in edicola e per salvaguardare i diritti dei lavoratori dipendenti, che da tre mesi non ricevono gli stipendi, e dei collaboratori. Il Sindacato nazionale dei giornalisti, assieme al le Associazioni regionali, esprime solidarietà a tutti i lavoratori del giornale e conferma che intende affiancare i colleghi de l’Unità nelle azioni che si renderanno necessarie per tutelarne i diritti.
GIOVANNI ROSSI, PRESIDENTE FNSI
Fonte: l’Unità
a cura di Andrea De Luca