Fermo – lampo di Maria Giuseppa Lubrano: nei comunicati stampa dell’Amministrazione a guida Pd e della sezione di “Fratelli d’Italia – An” si è omesso ogni riferimento alla potente cosca mafiosa dei Lubrano

Fermo – lampo di Maria Giuseppa Lubrano: nei comunicati stampa dell’Amministrazione a guida Pd e della sezione di “Fratelli d’Italia – An” si è omesso ogni riferimento alla potente cosca mafiosa dei Lubrano

PIGNATARO M. – L’Amministrazione comunale a guida Pd e la sezione di “Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale” di Pignataro Maggiore, nei due rispettivi comunicati stampa riguardanti i quattro fermi avvenuti in data 7 agosto 2014 per tentativi di estorsione, sono riusciti entrambi a non citare mai il nome della potente e sanguinaria cosca mafiosa dei Lubrano, anche se tra i soggetti bloccati dai carabinieri su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Napoli (sostituto procuratore dottor Antonio D’Amato) vi era Maria Giuseppa Lubrano, sorella del defunto capoclan “don” Vincenzo Lubrano e moglie del boss ergastolano Raffaele Ligato. Gli altri fermati erano Felicia Ligato (figlia di Maria Giuseppa Lubrano e Raffaele Ligato), Vincenzo Sellitto e Antonio Cuccari; le indagini sono proseguite su altri possibili complici e per la cattura di Luigi Messuri, sfuggito al provvedimento di fermo. Come è noto, per Maria Giuseppa Lubrano e per la figlia Felicia Ligato si è trattato di un fermo-lampo, essendo state scarcerate dal Giudice delle indagini preliminari già nella giornata del 9 agosto 2014, non convalidando il provvedimento d’urgenza emesso dalla Direzione distrettuale antimafia.

Quel che qui interessa, è sottolineare che nemmeno le Istituzioni locali e le forze politiche cittadine hanno osato contravvenire alla regola ferrea che a Pignataro Maggiore (famigerata città conosciuta quale “Svizzera dei clan”) impone di non pronunciare mai – nemmeno facendo quattro chiacchiere in piazza Umberto I, dove i Lubrano sono riveriti dai loro tanti leccapiedi – il nome della consorteria criminale alleata dei “corleonesi”.

Nel comunicato dell’Amministrazione comunale si parlava di “esponenti del locale clan camorristico Ligato”, dimenticando il cognome di nascita di Maria Giuseppa Lubrano signora Ligato. Nella nota della sezione di “Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale” – che si è presa la soddisfazione di arrivare prima dell’Amministrazione comunale, diffondendo il comunicato stampa nottetempo il 9 agosto 2014, ore 1,43 -, invece, si faceva riferimento (in maniera ancora più reticente) solo a “persone di clan locali”. Per quanto riguarda l’Amministrazione comunale, inoltre, ci chiediamo se il comunicato stampa sarebbe stato diffuso lo stesso se non fosse stato preceduto dall’attacco di “Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale” che se la prendeva con “l’assordante silenzio di Palazzo Scorpio”.

È davvero incredibile che l’Amministrazione comunale si faccia mettere in difficoltà in una materia tanto delicata addirittura dalla sezione di “Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale” facente capo a Giorgio Magliocca, soggetto che da consigliere provinciale in carica, tra la fine del 2001 e l’inizio del 2002, alla vigilia delle elezioni amministrative nelle quali fu eletto sindaco per la prima volta, si incontrò in almeno tre occasioni con il boss mafioso – figlio di “don” Vincenzo – Raffaele Lubrano detto “Lello”, quest’ultimo poi ucciso in un agguato del “clan dei casalesi” il 14 novembre 2002. Come è noto, Giorgio Magliocca fu arrestato l’11 marzo 2011 con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica; miracolosamente assolto con il rito abbreviato in primo grado, è ora in attesa del processo d’appello chiesto dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, dottor Giovanni Conzo, prossima udienza il 14 ottobre 2014.

Pubblichiamo, a beneficio dei nostri pochi ma affezionati lettori, due verbali di interrogatorio redatti il 17 dicembre 2007 negli uffici della Squadra Mobile della Questura di Caserta relativi ai due incontri a cena che Giorgio Magliocca ebbe con il boss Lello Lubrano al ristorante “Ebla” di Triflisco, nel territorio del Comune di Bellona, presenti anche Eliseo Cuccaro e Francesco Parisi. Riferiscono degli incontri appunto Eliseo Cuccaro, all’epoca dirigente dei giovani di “Forza Italia” e legatissimo all’ex parlamentare Nicola Cosentino (quest’ultimo attualmente detenuto per fatti di camorra), e uno stretto collaboratore di Lello Lubrano, Francesco Parisi, arrestato il 10 aprile 2014 (con il cognato Raffaele Lubrano fu Antonio) per il tentato omicidio del camorrista Michele Lettieri. Dalla lettura dei due verbali si capisce perché i magliocchiani di “Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale” nel loro comunicato non hanno mai fatto l’impronunciabile cognome dei Lubrano. Non si capisce, al contrario, il motivo dell’omissione nella nota diffusa dall’Amministrazione comunale.

Rassegna stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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