PIGNATARO M. – L’ex responsabile del Consorzio di cooperative “Icaro”, Gabriele Capitelli, invia una lettera al nostro direttore nella quale risponde all’articolo pubblicato in merito alla vicenda del pescheto della villa bunker di via del Conte, confiscato al clan Lubrano – Ligato (leggi qui). Pur confondendo verità storica e verità giudiziaria (come spesso sta accadendo in questi anni), ammette implicitamente delle responsabilità che ritiene di dover condividere con altri, per quanto attiene la vicenda specifica. Di seguito il testo della missiva:
Egregio Direttore,
rilevo che nell’articolo pubblicato sul suo Portale, a firma della sig.a Rosa Parchi, per l’ennesima volta si parla in senso denigratorio dell’operato del Consorzio Icaro in merito alla gestione del Pescheto di “Villa Ligato”. Dei fatti in questione il Consorzio Icaro e l’allora presidente e vice presidente hanno risposto in sede Amministrativa e Penale del proprio operato ottenendo una piena assoluzione dai fatti contestati. Chiarito quanto sopra intendo sottoporle alcune riflessioni che vengono spontanee nel leggere l’articolo.
La sig.a Rosa Parchi pubblica il contratto della Ditta del Sig. Maisto in virtù del quale lo stesso coltivava Il Bene confiscato di Villa Ligato sin dal 2002. IL sig. “Maisto” ha dichiarato di recarsi da tale data, quotidianamente sul terreno in questione per coltivare il pescheto. Quindi l’attività del Maisto risale a circa tre anni prima dei fatti contestati al Consorzio Icaro e ad un’ epoca in cui la responsabilità era dell’Amministratore Giudiziario, dei dirigenti comunali, dei vigili urbani, ecc.
Come mai la sig.a Parchi si accanisce solo nei confronti di chi per la prima volta si prende cura del pescheto e successivamente lo lavora fino alla produzione dei “succhi di frutta” ?
Come mai la Sig.a Parchi non si indigna e non scrive niente del fatto che oggi i Beni sono incolti ed abbandonati ma si accanisce nei confronti di chi per poterli coltivare ha dovuto subire minacce, vandalizzazioni ed ha dovuto lottare per poter produrre i frutti di quel Pescheto?
In tutte le manifestazioni, incontri o momenti di confronto, organizzati dal Consorzio Icaro, sono sempre stati invitati a partecipare al dibattito tutti i cittadini di Pignataro Maggiore compresi quelli più ostili al Consorzio Icaro. Purtroppo nel corso del tempo, il Consorzio Icaro, da queste persone, ha ricevuto solo diffamazioni per le quali, quelli che hanno avuto il coraggio di chiamarsi con il proprio nome e cognome, oggi devono risponderne nelle sedi giudiziarie.
Il mio auspicio è che nel prossimo futuro i beni confiscati di Pignataro Maggiore, precedentemente gestiti dal Consorzio Icaro, possano riacquistare il livello di recupero e funzionalità che ha consentito a tante persone svantaggiate di riabilitarsi fino ad essere da esempio per la collettività a livello regionale e nazionale.
Gabriele Capitelli