PIGNATARO M. – Rinviato al 3 febbraio 2015 quello che nell’opinione pubblica locale è stato già ribattezzato il “processo del corteo fantasma” a carico di cinque giovani del centro sociale “Tempo rosso” di Pignataro Maggiore, finiti alla sbarra a norma dell’articolo 18 del liberticida Regio Decreto fascista numero 773 del 1931 “perché in concorso tra loro, senza aver dato avviso al Questore di Caserta almeno tre giorni prima così come prescritto, promuovevano una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico, che per il luogo in cui veniva tenuta, il numero di persone intervenute, lo scopo e l’oggetto di essa, aveva carattere di riunione non privata”.
Si trattava di una pacifica manifestazione – di cui i cinque imputati (quattro di Pignataro Maggiore, Massimiliano Palmesano, Dario Palmesano, Chiara Iodice e Ugo Buglione e uno di Calvi Risorta, Elia Di Ianne) non erano peraltro gli organizzatori, quindi innocenti finanche per la citata norma dittatoriale del Ventennio mussoliniano -, una semplice tavola rotonda tenutasi a Capua il 15 giugno 2013 contro il disastroso progetto del gassificatore, con la partecipazione di cittadini, militanti ambientalisti, movimento “No Gas”, esponenti del centro sociale “Tempo rosso”, sindaci, parlamentari, vari esponenti politici locali tra cui il segretario della sezione del Partito della Rifondazione comunista, Valerio De Rosa, che aveva inoltrato la richiesta di autorizzazione al sindaco.
Il rinvio dell’udienza del 16 ottobre 2014 al nuovo appuntamento del 3 febbraio 2015 si è reso necessario ancora una volta per un difetto di notifica all’avvocato difensore Giovanni Merola. Pertanto non è stato aperto il dibattimento e quindi noi di “Pignataro Maggiore News” e i nostri pochi ma affezionati lettori dovremo attendere la prossima occasione per sapere se l’avvocato Giovanni Merola riterrà – nella sua complessiva strategia difensiva – di dover eccepire la nullità del decreto del pubblico ministero della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dottoressa Patrizia Dongiacomo, con il quale sono stati citati a giudizio i cinque imputati davanti al giudice monocratico del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, articolazione territoriale di Caserta, dottoressa Linda Comella. Questione delicatissima di cui abbiamo parlato in un articolo pubblicato su “Pignataro Maggiore News” il 15 ottobre 2014, con il titolo: “DIRITTO DI DIFESA GARANTITO DALLA COSTITUZIONE: UN CASO DI RILEVANZA NAZIONALE IN UN PROCESSO A CARICO DEI GIOVANI DEL CENTRO SOCIALE “TEMPO ROSSO” – RIFLETTORI PUNTATI SULLA PRIMA UDIENZA DEL 16 OTTOBRE2014”.
Il “processo del corteo fantasma” è stato così ribattezzato perché riguarda un presunto “corteo” che è apparso all’improvviso nelle carte del procedimento penale a carico dei giovani di “Tempo rosso”, senza che nessuno si fosse accorto prima della sfilata (se veramente avvenuta), se non l’allora dirigente del Commissariato della Polizia di Stato di Santa Maria Capua Vetere, dottor Pasquale Trocino, in una informativa consegnata alla Procura della Repubblica il 19 dicembre 2013, quando cioè gli indagati erano stati già raggiunti dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Accusa, quella del “corteo itinerante” (così definito dal dottor Pasquale Trocino), di cui gli indagati non si erano potuti difendere aprendo secondo noi la strada alla eccezione di nullità del decreto di citazione a giudizio per la mancata reiterazione dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari a norma dell’articolo 415 bis del Codice di procedura penale. Va aggiunto che del “corteo itinerante” non si era accorto nessuno, quel 15 giugno2013 aCapua; né vi era stato alcun riferimento nella prima informativa a firma dello stesso dottor Pasquale Trocino depositata in Procura il 21 giugno 2013; né faceva capolino nell’annotazione di servizio – con annesse fotografie, senza alcuna sfilata ma solo i volti dei cinque imputati – del 19 giugno 2013 del personale del Commissariato della Polizia di Stato di Santa Maria Capua Vetere, sostituto commissario Luigi Cortese Cimitile e sovrintendente capo Alfredo Cipriano. Comunque, l’allora dirigente dottor Pasquale Trocino nella sua informativa appena citata del 21 giugno 2013 attestava che alla redazione degli atti aveva contribuito pure l’assistente capo Fabio Faella, tutti fino ad allora ignari del “corteo itinerante”. Della evidente contraddizione e del resto se ne discuterà ovviamente al processo.
Intanto, in data 18 ottobre 2014, i giovani del centro sociale “Tempo rosso” hanno partecipato al corteo – questa volta, ne siamo testimoni, la sfilata c’è stata per davvero – organizzato dai lavoratori dello stabilimento “Nuroll Spa” di Pignataro Maggiore contro i licenziamenti. Quando sono stati citati e ringraziati dagli oratori della manifestazione, i militanti di “Tempo rosso” sono stati salutati da un lungo applauso. Giornata molto calda, con temperature estive; bottiglie d’acqua minerale sono state offerte ai manifestanti (tra cui una delegazione di alunni e insegnanti della scuola media “Luigi Martone”) lungo il percorso del corteo – in segno di partecipazione e solidarietà – dall’imprenditore Luca Viggiano, titolare della pizzeria di via Vittorio Veneto. Tutto tranquillo sotto il profilo dell’ordine pubblico; tra i carabinieri in servizio anche il nuovo vice-comandante della Stazione di Pignataro Maggiore, maresciallo ordinario Marco Passato.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it