Grande attesa per le rivelazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Valente sul “patto di Mondragone” e su Magliocca. Nel frattempo emergono segnali di emarginazione per l’ex sindaco da “Fratelli d’Italia”

Grande attesa per le rivelazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Valente sul “patto di Mondragone” e su Magliocca. Nel frattempo emergono segnali di emarginazione per l’ex sindaco da “Fratelli d’Italia”

PIGNATARO M. – Mentre cresce l’attesa per le rivelazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Valente sull’ex sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, in “Fratelli d’Italia” è sempre più palpabile il disagio per l’ingombrante presenza del soggetto che aveva visto le sue fortune politiche esplodere in maniera esponenziale grazie alla spinta del carrozzone per la raccolta dei rifiuti Consorzio Ce/4. Giuseppe Valente, come è noto, sa tantissime cose e potrebbe raccontare imbarazzanti retroscena su quello che è stato ribattezzato il “patto di Mondragone”, a seguito del quale Giorgio Magliocca riuscì ad essere incoronato sindaco di Pignataro Maggiore per la seconda volta battendo nel 2006 l’avversario Raimondo Cuccaro (attuale primo cittadino pignatarese, eletto nel 2011, esponente del Pd) per soli sette voti, ridottisi addirittura a quattro in sede di ricorso.

I summit pre-elettorali inconfessabili sono una costante della carriera politica di Giorgio Magliocca: cominciò nel 2002 – da consigliere provinciale di An in carica -, quando alla vigilia delle amministrative che lo avrebbero visto eleggere sindaco per la prima volta si incontrò almeno in tre occasioni con il boss mafioso Lello Lubrano, quest’ultimo poi ucciso in un agguato il 14 novembre 2002; nel 2006, come si sa, arrivò la benedizione di Giuseppe Valente (ora “pentito”), un personaggio che si muoveva tra politica, camorra e il grande affare dei rifiuti.

In “Fratelli d’Italia” – formazione del centrodestra nel quale Giorgio Magliocca scalpita per avere uno spazio che non c’è – il magliocchismo è guardato evidentemente con sospetto. Una prova concreta di tale imbarazzo è arrivata da un recente comunicato stampa (pubblicato pure dalla testata giornalistica online www.comunedipignataro.it in data 1° novembre 2014) nel quale, riferendo di un incontro del partito tenutosi a Teano e presentato come “assemblea provinciale”, non si trova alcuna traccia di Giorgio Magliocca né dei magliocchiani pignataresi. Ovviamente il timore per la bufera che si scatenerà a seguito delle rivelazioni di Giuseppe Valente induce a una grande prudenza sul “caso Magliocca”. Né va dimenticato che il 9 dicembre 2014 si terrà l’udienza conclusiva del processo d’appello a carico dello stesso Giorgio Magliocca, imputato per altre diverse vicende di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica. Come si ricorderà, Giorgio Magliocca fu arrestato l’11 marzo 2011 e poi miracolosamente assolto in primo grado dal Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Napoli, con il rito abbreviato, “perché il fatto non sussiste”. Assoluzione contestata dal valoroso pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, dottor Giovanni Conzo, che ha rinnovato le accuse a carico di Giorgio Magliocca e chiesto la celebrazione dell’appello. L’aria che tira, insomma, induce “Fratelli d’Italia” a una sacrosanta e comprensibile circospezione. Vi sono segnali concreti di emarginazione per Giorgio Magliocca, per i magliocchiani e per il magliocchismo.

Rassegna stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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