AGRO CALENO – Nell’inchiesta condotta dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Silvio Marco Guarriello, e che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 77 persone per i viaggi, i pranzi e le super-consulenze concesse con i soldi del consorzio rifiuti Ce3, non potevano mancare personaggi dell’Agro caleno o che orbitano nei Comuni che lo compongono.
Tra gli indagati ci sarebbero nomi noti come l’ex direttore del Consorzio unico di bacino per i rifiuti, Antonio Scialdone, e l’ex membro del commissariato di governo per l’emergenza rifiuti, Claudio De Biasio; e nomi meno noti come quello di Giovanni Mercone, sessantaquattrenne di Giano Vetusto. A infoltire le fila, inoltre, ci sarebbero (sempre se non si tratta di un omonimo) anche il responsabile dell’ufficio tecnico comunale di Pignataro Maggiore, Antonio Manzella, e l’ex commissario prefettizio dello stesso comune, Emilia Tarantino.
Secondo l’accusa, l’uomo chiave dell’inchiesta sarebbe l’avvocato Francesco Cundari, per anni direttore generale del Consorzio Ce3, e per un certo periodo anche presidente, al quale vengono contestati 42 episodi di presunto peculato. Tra gli indagati anche i soggetti presunti beneficiari che avrebbero concorso al compimento di questi reati. Scrive Guarriello: “Cundari agiva senza alcuna finalità di perseguimento dell’interesse pubblico, al solo fine di avvantaggiare se stesso, dotandosi di un potere gestionale, ed ometteva di dotare l’Ente di un’adeguata pianta di dotazione organica e di un organigramma organizzativo. Parimenti Cundari ometteva deliberatamente di prevedere ed assumere professionalità adeguate, affidando incarichi che non corrispondono nella realtà agli obiettivi della società senza alcuna verifica dei risultati prodotti dai consulenti professionisti”.
Red. Pol.