AGRO CALENO – Se la provincia di Caserta è stata per anni una delle tante pattumiere d’Italia, la colpa non va addossata soltanto al traffico illegale dei rifiuti ma anche alla cattiva gestione dei rifiuti solidi e liquidi da parte delle Amministrazioni comunali. Parallelamente alle indagini sull’interramento dei rifiuti, infatti, la magistratura ha effettuato degli accertamenti sull’inquinamento delle acque provocato dal cattivo funzionamento dei depuratori comunali. Dopo due anni di indagini, la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha scoperto che in ben 27 comuni della provincia di Caserta da anni la mancata depurazione delle acque reflue ha inquinato o sta inquinando torrenti e fiumi. Per tale motivo sono stati iscritti nel registro degli indagati settanta persone. Si tratta di amministratori, ex amministratori, tecnici comunali e imprenditori.
Tra i comuni coinvolti ci sarebbero anche Calvi Risorta, Giano Vetusto, Pignataro Maggiore e Rocchetta e Croce. L’annosa malagestione dei depuratori in questi paesi avrebbe convinto gli inquirenti a inserire tra gli indagati i sindaci in carica Giovanni Marrocco (Calvi Risorta) e Antonio Zona (Giano Vetusto), e gli ex primi cittadini Vincenzo Laurenza (Rocchetta e Croce), Antonio Caparco (Calvi Risorta), Giacomo Zacchia (Calvi Risorta) e Giorgio Magliocca (Pignataro Maggiore). Ai primi cittadini si uniscono i tecnici comunali (nella maggior parte dei casi responsabili unici del procedimento) e gli imprenditori che avevano la gestione in appalto dei depuratori. Secondo l’inchiesta scattata nel 2011 grazie agli accertamenti del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, in collaborazione con l’Asl e l’Arpac, addirittura alcuni comuni non hanno mai avuto un sistema di depurazione.
Gli indagati sarebbero accusati di aver violato gli obblighi connessi alla propria carica omettendo di procedere al trattamento delle acque fognarie e determinando un inquinamento dei corsi d’acqua nei quali finivano le fogne del paese.
Red. cro.