PIGNATARO M. – Questa mattina (27 febbraio) il Giudice per l’udienza preliminare presso il Tribunale di Napoli, la dottoressa Amelia Primavera, ha condannato con rito abbreviato due affiliati al clan Lubrano – Ligato che nel mese di agosto dello scorso anno furono arrestati per tentata estorsione ai danni di imprenditori della zona. Si tratta di Vincenzo Sellitto, ventisettenne di Pignataro Maggiore, e di Antonio Cuccari, quarantasettenne di Pastorano, condannati rispettivamente alla pena di sei anni di reclusione e una multa di seimila euro, e a cinque anni e sei mesi di reclusione e alla multa di seimila euro.
I due furono arrestati il 7 agosto del 2014, insieme a Luigi Messuri (arrestato dopo vari mesi di latitanza), Maria Giuseppa Lubrano e Felicia Ligato, dai carabinieri della Compagnia di Capua, in esecuzione di un decreto di fermo emesso dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia presso la Procura della Repubblica di Napoli, il dottor Antonio D’Amato, con l’accusa di tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso. Il provvedimento era stato emesso sulla base delle risultanze investigative svolte dai militari del Nucleo operativo e Radiomobile di Capua, insieme con le stazioni dei carabinieri di Pignataro Maggiore e Vitulazio, i quali avevano raccolto le denunce presentate da tre distinti imprenditori ai quali i malviventi avevano tentato di estorcere del denaro.
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, successivamente, convalidò il fermo per tre delle cinque persone accusate. I provvedimenti, dopo il vaglio del Gip, non furono scalfiti per Sellitto, Cuccari e Messuri, mentre furono scagionate Maria Giuseppa Lubrano e Felicia Ligato, rispettivamente moglie e figlia del boss del clan Lubrano – Ligato, Antonio Raffaele Ligato.
Red. cro.