Un duro colpo per il “sistema Magliocca”: il pluri-pregiudicato Giulio Parisi condannato per diffamazione a mezzo facebook ai danni del giornalista Enzo Palmesano – pubblichiamo il dispositivo della sentenza

Un duro colpo per il “sistema Magliocca”: il pluri-pregiudicato Giulio Parisi condannato per diffamazione a mezzo facebook ai danni del giornalista Enzo Palmesano – pubblichiamo il dispositivo della sentenza

PIGNATARO M. – Il giudice monocratico della seconda sezione penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dottoressa Valentina Giovanniello, all’esito dell’udienza del 26 marzo2015, hacondannato per diffamazione a mezzo stampa il pluri-pregiudicato Giulio Parisi a 700 Euro di multa, al pagamento delle spese processuali, al risarcimento del danno da liquidarsi in sede civile a favore della costituita parte civile (il giornalista Enzo Palmesano), nonché alle spese di costituzione e rappresentanza in giudizio da questa sostenute che si liquidano in complessivi 1.710 Euro oltre Iva e Cpa come per legge.

La condanna è un duro colpo per il “sistema Magliocca”. Giulio Parisi (residente in Pastorano), infatti, è uno dei soggetti più vicini, uno dei più ascoltati suggeritori dell’ex sindaco di Pignataro Maggiore ed ex consigliere provinciale, l’alemanniano d’acciaio Giorgio Magliocca, sia per amicizia personale e collocazione politica nel centrodestra, sia per legami familiari. La figlia di Giulio Parisi, Giulia Parisi, è la fidanzata di Alfonso Magliocca, fratello dell’ex sindaco pignatarese.

La vicenda giudiziaria ha avuto origine da un insulto ai danni del giornalista Enzo Palmesano pubblicato da Giulio Parisi il 5 giugno 2012 sulla pagina Facebook di un altro magliocchiano di ferro, Pietro Ricciardi, quest’ultimo ex consigliere d’amministrazione della municipalizzata per la raccolta dei rifiuti “Pignataro Patrimonio Srl” (un carrozzone clientelare mangiasoldi), collocato sulla ben retribuita poltrona per volontà dell’allora sindaco Giorgio Magliocca (ex An, ex Pdl, ora in “Fratelli d’Italia”). A seguito della denuncia-querela presentata da Enzo Palmesano in data 7 giugno 2012 alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, il pubblico ministero dottoressa Andrena Ambrosino aveva citato a giudizio per diffamazione a mezzo stampa, in concorso, sia Giulio Parisi sia Pietro Ricciardi. Giulio Parisi – come si è detto – è stato condannato; Pietro Ricciardi è stato assolto “per non aver commesso il fatto”. Si veda il dispositivo di sentenza che pubblichiamo a corredo di questo articolo. In sede di discussione, il pubblico ministero di udienza aveva chiesto la condanna di entrambi gli imputati (difesi dallo studio legale dell’avvocato Mauro Iodice) alla pena 600 Euro di multa; condanna chiesta anche dalla costituita parte civile rappresentata dall’avvocato Salvatore Piccolo di Luigi, con studio legale in Sparanise.

Molto interessante la discussione dell’avvocato Salvatore Piccolo di Luigi (pure da un punto di visto culturale, sociologico e di costume) che ha sottolineato gli aspetti più recenti dell’evoluzione giurisprudenziale in materia di diffamazione a mezzo stampa, con puntuale riferimento alle decisioni della Corte di Cassazione riguardanti Facebook e la qualificazione giuridica dei reati commessi con tale mezzo di comunicazione o con altri social network. Non c’è dubbio che la sentenza a carico di Giulio Parisi susciterà grande attenzione in chi si occupa dei nuovi risvolti della diffamazione a mezzo stampa, con riferimento appunto alla “diffamazione a mezzo Facebook”. Per questo si attende con molto interesse il deposito (entro 45 giorni) delle motivazioni della sentenza del giudice Valentina Giovanniello.

Va infine ricordata – a beneficio di chi solo recentemente si fosse aggiunto ai nostri pochi ma affezionati lettori – una coincidenza che accomuna Giorgio Magliocca e Giulio Parisi, relativamente ai rapporti di entrambi con il boss mafioso Raffaele Lubrano detto “Lello”, quest’ultimo ucciso in un agguato a Pignataro Maggiore il 14 novembre 2002. Giulio Parisi è stato socio d’affari di Lello Lubrano in una impresa edile; Giorgio Magliocca, da consigliere provinciale in carica, sentì il bisogno dal canto suo di incontrarsi con lo stesso boss tra il 2001 e il 2002 (cene al ristorante “Ebla” di Triflisco) alla vigilia delle amministrative del 2002 che avrebbero visto l’esponente di An eletto sindaco di Pignataro Maggiore per la prima volta. Enzo Palmesano, invece, è stato riconosciuto vittima di reato di tipo mafioso per una diversa vicenda di camorra: nel 2003, il “Corriere di Caserta” – quotidiano locale di cui era corrispondente da Pignataro Maggiore, città tristemente conosciuta quale “Svizzera dei clan” – mise fine alla collaborazione del giornalista “scomodo” per volontà del capomafia “don” Vincenzo Lubrano (defunto nel 2007), padre di Lello Lubrano, come accertato da un’inchiesta dei valorosi magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, dottor Giovanni Conzo e dottoressa Liana Esposito, e come confermato da una sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

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Rassegna stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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