PIGNATARO M. – Enzo Palmesano, giornalista professionista, vittima di reato di tipo mafioso, in data 9 aprile2015 haprotocollato al Comune di Pignataro Maggiore una nota sul “caso Magliocca” indirizzata al sindaco, agli assessori e ai consiglieri comunali.
Riportiamo di seguito il testo integrale del documento.
“Con sentenza numero 8125/2014 del 9 dicembre 2014, le cui motivazioni sono state depositate il 9 marzo 2015 – si legge nella nota di Enzo Palmesano – la Corte d’Appello di Napoli, quinta sezione penale, ha confermato la decisione di primo grado del 20 febbraio 2012 del GUP del Tribunale di Napoli – appellata dal PM dott. Giovanni Conzo – a carico dell’ex sindaco di Pignataro Maggiore ed ex consigliere provinciale, Giorgio Magliocca, assolto dalle imputazioni di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica. La Corte d’Appello ha altresì condannato – a norma dell’articolo 592 del Codice di procedura penale – la parte civile appellante Comune di Pignataro Maggiore, in persona del sindaco pro-tempore Raimondo Cuccaro, al pagamento delle spese processuali.
“Nel procedimento penale in questione – come è noto -, mi sono costituito parte civile con azione popolare, in vece della Provincia di Caserta, Ente che era rimasto inerte, assistito dall’avvocato Cesare Amodio del Foro di Napoli. In tale mia qualità – aggiunge Enzo Palmesano – ribadisco la mia piena condivisione dell’impianto probatorio della Direzione distrettuale antimafia a carico dell’imputato Giorgio Magliocca e dell’atto di appello avverso la sentenza di primo grado depositato in cancelleria il 30 maggio 2012 dal Pubblico ministero. La sentenza d’appello, inoltre, a mio avviso ha addirittura accresciuto le perplessità sull’assoluzione, con una decisione che mi è apparsa illogica e contraddittoria, con motivazioni ampiamente insufficienti. Tale mia opinione sono certo che troverà riscontro nelle valutazioni della parte civile Comune di Pignataro Maggiore, anche sul piano della difesa tecnica, con le conseguenti determinazioni del caso. L’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore – a mio giudizio -, non dovrebbe restare inerte di fronte alla possibilità di sottoporre alla Corte di Cassazione le motivazioni illogiche e contraddittorie della sentenza d’appello, chiedendone l’annullamento.
“Tanto premesso – conclude Enzo Palmesano – voglia l’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore valutare se proporre ricorso contro la citata sentenza numero 8125/2014 della Corte d’appello di Napoli, esistendone eventualmente le condizioni, alla luce della sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione penale numero 41476 del 25 ottobre 2005, secondo la quale la parte civile appellante condannata alle spese può sempre ricorrere in Cassazione”.
Nella stessa giornata del 9 aprile 2015, copia dello stesso documento è stata protocollata nei competenti uffici del Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Napoli e della Direzione distrettuale antimafia di Napoli (Sostituto Procuratore dottor Giovanni Conzo).
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it