TORINO – “Stiamo cercando di valorizzare le forze migliori di questo Paese”. E’ così che il Commissario nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, intervenuto oggi (15 maggio) al Salone internazionale del libro di Torino per presentare il libro “Il male italiano” – scritto a quattro mani con il giornalista Gianluca Di Feo -, ha voluto lanciare un messaggio di speranza, nonostante gli scandali che stanno travolgendo in questi anni la classe politica.
Stuzzicato dalle domande di Paolo Mieli, l’ex sostituto procuratore della Dda di Napoli ha voluto chiarire il suo ruolo e la mission dell’autorità che presiede: “Io non ho nessuna pretesa di cambiare il mondo, né tantomeno di farlo seguendo la logica di chi dice ‘arrestateli tutti’. Il mio obiettivo è quello di valorizzare le forze positive di questo Paese. Di far venire fuori le tante persone che per senso del dovere o per un minimo di dignità personale svolgono il loro lavoro onestamente e senza utilizzare lo stesso strumentalmente o per fini personali”. Sulle modalità per raggiungere tale obiettivo, Cantone ha le idee chiare: “Stiamo provando a inserire un corpo minimo di leggi che stanno aiutando e aiuteranno la pubblica amministrazione nel tempo a sviluppare gli anticorpi contro la corruzione”.
Secondo il commissario, la corruzione è l’elemento cardine dei mali del Paese e per questo sottolinea: “La mentalità che porta a sottovalutare il fenomeno corruttivo ha fatto più danni della criminalità organizzata, perché ha fatto in modo che i migliori scappassero di fronte alla possibilità di competere onestamente nella tante gare d’appalto bandite dalle amministrazioni pubbliche. Se chi vuole fare impresa fugge, mentre un imprenditore che vince gli appalti ‘ungendo le ruote’ non si pone mai il problema dell’innovazione, a perdere sono in due: la collettività che spende più soldi – visto che gli appaltatori le tangenti le pagano con i soldi pubblici guadagnati in questo modo – e l’imprenditoria che non investe e non progredisce. Per non parlare dei giovani. A causa di questo fenomeno, le migliori menti scappano perché gli imprenditori che corrompono i funzionari pubblici non hanno bisogno del bravo ingegnere ma del professionista ‘amico degli amici’. La corruzione rappresenta il vero blocco dell’Italia e il Presidente della Repubblica Mattarella fa bene a sottolinearlo in ogni occasione”.
Rivolgendosi a Piero Fassino – in prima fila all’incontro -, sindaco di Torino e presidente dell’Anci, l’ex magistrato ha concluso l’intervento chiedendo il supporto degli Enti locali per cambiare questa mentalità distorta. L’intervista, inoltre, è stata caratterizzata da un simpatico siparietto tra Cantone e Mieli. Di fronte all’ironia dell’ex direttore del Corriere della Sera sulla volontà del commissario di continuare a risiedere nel napoletano, Cantone ha risposto: “Sono rimasto a Giugliano perché mi sento molto più tranquillo lì che a Roma. In tanti anni che vivo in provincia di Napoli, non mi è mai capitato di ricevere richieste di raccomandazioni tranne quando si presentò da me un sacerdote”.
Red.