Processo a carico dei No Gas: assolti i cinque imputati. Ad annunciarlo il comitato che si oppone al gassificatore

Processo a carico dei No Gas: assolti i cinque imputati. Ad annunciarlo il comitato che si oppone al gassificatore

CAPUA – Si è conclusa con l’assoluzione di tutti e cinque gli imputati il processo intentato contro alcuni attivisti del movimento No Gas. Ad annunciarlo è lo stesso movimento attraverso la seguente nota:
E’ arrivata la sentenza per i 5 attivisti del movimento ‪#‎NoGas‬, sotto processo da circa un anno per il “gravissimo” reato di *manifestazione non autorizzata* (art. 18 del regio decreto TULPS). 
Per i 5 NoGas, difesi dall’ avvocato Giovanni Merola, la sentenza sancisce l’ assoluzione con formula piena, smontando di fatto l’ impianto accusatorio messo in piedi da Procura e Digos. 
Una sentenza che non avrebbe intralciato il percorso di lotta qualunque fosse stato il suo esito, ma che si rivela uno spreco inutile di mezzi e di risorse, il tutto montato ad arte col solo scopo di intimidire la forza del movimento.
Lo ribadiamo anche in questa occasione :
LE LOTTE NON SI PROCESSANO
i NoGas paura non ne han
Il procedimento, noto nell’opinione pubblica locale come il “processo del corteo fantasma”, vedeva imputati cinque giovani del centro sociale “Tempo rosso” di Pignataro Maggiore, finiti alla sbarra a norma dell’articolo 18 del liberticida Regio Decreto fascista numero 773 del 1931 “perché in concorso tra loro, senza aver dato avviso al Questore di Caserta almeno tre giorni prima così come prescritto, promuovevano una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico, che per il luogo in cui veniva tenuta, il numero di persone intervenute, lo scopo e l’oggetto di essa, aveva carattere di riunione non privata”.

Si trattava di una pacifica manifestazione – di cui i cinque imputati (quattro di Pignataro Maggiore, Massimiliano Palmesano, Dario Palmesano, Chiara Iodice e Ugo Buglione e uno di Calvi Risorta, Elia Di Ianne) non erano peraltro gli organizzatori, quindi innocenti finanche per la citata norma dittatoriale del Ventennio mussoliniano -, una semplice tavola rotonda tenutasi a Capua il 15 giugno 2013 contro il disastroso progetto del gassificatore, con la partecipazione di cittadini, militanti ambientalisti, movimento “No Gas”, esponenti del centro sociale “Tempo rosso”, sindaci, parlamentari, vari esponenti politici locali tra cui il segretario della sezione del Partito della Rifondazione comunista, Valerio De Rosa, che aveva inoltrato la richiesta di autorizzazione al sindaco. A distanza di quasi due anni, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha dato ragione ai giovani attivisti.

Red.

 

Commenta con Facebook