“Biopower”: la Regione Campania chiede la revocazione della sentenza del Consiglio di Stato – i cittadini non hanno più notizie sull’impegno del sindaco Raimondo Cuccaro e dell’Amministrazione contro il grave pericolo

“Biopower”: la Regione Campania chiede la revocazione della sentenza del Consiglio di Stato – i cittadini non hanno più notizie sull’impegno del sindaco Raimondo Cuccaro e dell’Amministrazione contro il grave pericolo

PIGNATARO M. – La Regione Campania ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato chiedendo la revocazione della sentenza numero 1042/2015 con la quale la “Biopower” (ora “Araba Fenice Energy Spa”) aveva vinto su tutta la linea. Si leggeva, infatti, nella appena citata sentenza della quinta sezione del Consiglio di Stato, depositata in segreteria in data 3 marzo 2015: “Attesa la fondatezza dell’odierno appello, invero, il provvedimento regionale con cui è stata dichiarata la decadenza dell’autorizzazione unica per cui è causa cessa di produrre qualsivoglia effetto giuridico e, pertanto, la società può ragionevolmente riprendere i lavori ed ultimare la centrale già realizzata al 95%, come precisato nel ricorso”. Il Consiglio di Stato non solo accoglieva l’appello della “Biopower” contro la decisione del Tribunale amministrativo regionale della Campania che aveva confermato il blocco dell’iter della disastrosa centrale cosiddetta “a biomasse” di Pignataro Maggiore, in realtà un inceneritore, ma inoltre condannava la Regione Campania al pagamento di cinque milioni di Euro di danni. Una sconfitta durissima per gli ambientalisti e per i cittadini e l’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore.

Da allora – dal tremendo colpo della sentenza del Consiglio di Stato – non si sono avute notizie delle intenzioni del sindaco Raimondo Cuccaro e dell’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore su eventuali, nuove iniziative di contrasto verso il grave pericolo dell’inceneritore della “Biopower”. La Regione Campania, però – come si è detto -, ha presentato un ricorso per la revocazione della sentenza, usando come grimaldello appunto la condanna al pagamento dei cinque milioni di Euro di danni. La Regione ha anche chiesto l’emissione di un provvedimento d’urgenza, ma la quinta sezione del Consiglio di Stato ha respinto l’istanza cautelare con decreto numero 2130/2015, depositato in segreteria in data 19 maggio 2015, “rilevato che – a base della istanza in esame – la Regione Campania ha prospettato che non può attivare in tempi rapidi un procedimento volto a disporre il pagamento dell’importo liquidato nella sentenza di cui è stata chiesta la revocazione; considerato che – anche in relazione ai tempi mediante i quali potrebbe essere posta in esecuzione la sentenza impugnata – tale deduzione non evidenzia la sussistenza dei presupposti necessari per l’emanazione di una misura cautelare monocratica, ben potendo essere esaminata l’istanza incidentale nella ordinaria sede collegiale, nel rispetto del principio del contraddittorio”. Fissata, per la discussione, la camera di consiglio per il 9 giugno 2015. Grande attesa nell’opinione pubblica, con riflettori puntati sullo sperato impegno che vorrà assumere in merito l’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore – con i suoi avvocati, ma anche con prese di posizione di carattere politico -, dando man forte al ricorso della Regione Campania per la revocazione della sentenza del Consiglio di Stato.

Pubblichiamo in coda a questo articolo il decreto numero 2130/2015 e la precedente sentenza numero 1042/2015 del Consiglio di Stato.

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Rassegna stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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