VILLA LITERNO – All’epoca della depressione economica, e contestualmente esistenziale, sono le piccole storie quotidiane che dovrebbero meritare spazio e ascolto. Oggi a chiedere la parola sono 14 rilevatori esterni, selezionati lo scorso novembre dal Comune di Villa Literno tramite regolare bando, e assunti (per conto dell’Istat) con contratto autonomo, che aspettano da Febbraio di essere pagati per il lavoro svolto. Ma il Comune temporeggia, rimanda, adduce scuse e giustificazioni (i soldi destinati dall’Istat ai rilevatori sarebbero stati utilizzati per questioni più urgenti) e malgrado le sollecitazioni (anche scritte) manda tutti a casa a mani vuote. Eppure questi giovani precari (spesso laureati) ,sempre animati da buona volontà e senso del dovere, hanno superato le incompetenze di chi avrebbe dovuto “formarli” e orientarli e da soli hanno allestito un centro di raccolta comunale, dotandolo con propri mezzi (dalla cancelleria ai pc) e riuscendo a rispettare i termini di raccolta previsti dall’Istat (lavorando anche nei festivi) che per negligenza altrui non sarebbero stati osservati. A conti fatti su un totale di 3.000 euro ne sono stai percepiti solo 224, mentre i censimenti e i questionari sono stati tutti regolarmente effettuati e consegnati; come se non bastasse la richiesta del saldo da parte dei precari è stata bollata come insistente e inopportuna, quasi a lasciare intendere che fosse bene per loro evitare di entrare in collisione con l’ente locale. Per questo motivo una delle giovani rilevatrici si chiede: “È possibile avere paura semplicemente perché stiamo rivendicando qualcosa che è nel nostro diritto avere?”. A Milano nel mese di Gennaio i rilevatori Istat sono già scesi in piazza contro le condizioni illegittime e non dignitose nelle quali stavano lavorando e non è improbabile che una protesta possa estendersi anche al Sud.
Salvatore Minieri