CALVI R./SPARANISE – Il lavoro meticoloso cominciato qualche giorno fa nell’area ex Pozzi, che sta portando alla luce quella che è stata definita la discarica illegale di rifiuti industriali più grande d’Europa, è frutto di un lavoro investigativo totalmente innovativo. Gli investigatori, infatti, sono riusciti a individuare i rifiuti pericolosi incrociando centinaia di migliaia di ortofotogrammetrie della zona con il calcolo dei campi magnetici. Questa tecnica avrebbe permesso ai tecnici di individuare significative anomalie del sottosuolo. A rivelarlo è stato il generale del comando regionale della forestale, Sergio Costa, il quale ha confermato ai media il triste primato dell’Agro caleno, sostenendo che il primato prima di questo momento era della discarica di Bussi con 700 mila metti cubi di rifiuti tossici. Quella di Calvi Risorta, invece, supererebbe i due milioni di metri cubi. Intanto, anche oggi (16 giugno) i funzionari dell’Arpac, i tecnici dei vigili del fuoco e i gli uomini della Forestale, aiutati dalle ruspe dell’esercito, dovrebbero continuare a bucare il terreno a campione, dopo aver portato alla luce, negli ultimi giorni, solventi, vernici, metalli, strati di rifiuti, plastiche, bidoni, sostanze rossastre e solidificate.
Red. cro.