VITULAZIO – L’uomo, un pastore di Vitulazio, fu arrestato lo scorso mese di febbraio dai Carabinieri della locale Stazione retta dal Luogotenente Iannarella. Condannato ad oltre due anni di reclusione per lesioni e violenza privata. Ieri, dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Santa Maria Capua Vetere si è concluso il processo a carico di Angelo Salvatore Di Giovanni. L’uomo, residente a Vitulazio, era accusato di lesioni, minacce, maltrattamenti in famiglia ai danni della moglie e della suocera, rapina e sequestro di persona. Un lungo elenco di capi di imputazione per i quali, però, il giudice ha disposto di procedere solo in parte. Nello scorso mese di febbraio, Di Giovanni era stato arrestato dai carabinieri di Vitulazio, diretti dal luogotenente Crescenzo Iannarella per una presunta aggressione ai danni delle congiunte. Secondo l’accusa, l’uomo, che all’epoca era sottoposto tra l’altro all’obbligo di firma, avrebbe tenuto la moglie a lungo segregata. Proprio nel corso di una visita della madre di questa presso la loro abitazione si sarebbe scatenata la violenza di Di Giovanni. La suocera, infatti, si sarebbe recata presso l’appartamento del trentatreenne, situato in località San Vito, per constatare le condizioni della figlia. Quella visita non sarebbe risultata gradita a Di Giovanni che avrebbe così malmenato la donna. Le avrebbe poi strappato di mano il telefonino cellulare in modo da impedirle di chiamare le forze dell’ordine. Il cellulare sarebbe stato successivamente gettato nel fuoco. Scattato l’allarme, sul posto si sono presentati i militari dell’Arma che hanno bloccato l’uomo. Di Giovanni venne quindi arrestato. Ieri il giudice ha messo la parola fine al processo a suo carico, stabilendo una condanna a due anni e sette mesi per lesioni e violenza privata, assolvendolo invece per la rapina e il sequestro di persona. Nel collegio difensivo gli avvocati Carlo De Stavola e Rocco Trombetti.
Antonella Giannattasio dal Corriere di Caserta
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