PIGNATARO M. – Manco a dirlo, ha messo molta carne sul fuoco (braciole, arrosto, girello, spezzatino, macinato, bollito, eccetera) anche sotto l’aspetto politico, il dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Pignataro Maggiore, ingegnere Antonio Manzella, con l’ordinanza numero 46 del registro generale del 12 agosto 2015 avente ad oggetto: “ANNULLAMENTO CONCESSIONE IN SANATORIA PRATICA N. 6 DEL 7/2/2014 PER ERRONEA RAPPRESENTAZIONE DELLO STATO DEI LUOGHI E CONTESTUALE ORDINE DI DEMOLIZIONE DI TUTTE LE OPERE ABUSIVAMENTE REALIZZATE – SOCIETÀ “PIGNATARO CARNI & C. SAS”. L’ordinanza, infatti, è stata emessa ai danni di una società nella quale detiene una quota personalmente (oltre ai più generali interessi di famiglia) anche una persona molto in vista del mondo politico locale, il dottor Cesare Cuccaro, il consigliere comunale che nel frattempo stava raccogliendo le firme per una mozione di sfiducia contro il sindaco Raimondo Cuccaro.
Ovviamente, la “Pignataro carni” potrà presentare ricorso al Tribunale amministrativo regionale per opporsi al citato provvedimento dell’ingegnere Antonio Manzella – arrivato sulla poltrona di dirigente dell’ufficio tecnico comunale per chiamata diretta del sindaco -, ma in tal caso il consigliere comunale Cesare Cuccaro (quale titolare di una quota della suddetta società) si troverebbe ad avere una “lite pendente” con il Comune di Pignataro Maggiore, facendo scattare l’incompatibilità e quindi vergare la parola fine sulla carriera politica cittadina dell’attuale acerrimo avversario di Raimondo Cuccaro, dopo che era stato eletto nella stessa lista e ricoperto la carica di assessore ai lavori pubblici. Seguiremo con attenzione gli sviluppi della vicenda, anche per capire le mosse di Cesare Cuccaro per sottrarsi al grave rischio di fine della carriera politica cittadina (tanto più che aspira a candidarsi a sindaco, alle amministrative del prossimo anno), semmai alienando la quota detenuta nella “Pignataro carni”. Sono cose per avvocati e noi siamo semplici giornalisti, non tecnici della materia, cari lettori, non sappiamo dirvi di più; registreremo i fatti, se ve ne saranno.
Pubblichiamo in coda a questo nostro articolo la più volte richiamata ordinanza numero 46, avvertendo i nostri lettori che non abbiamo le altre carte a disposizione e quindi non possiamo effettuare alcuna verifica sulla fondatezza di tutte le affermazioni del dirigente dell’ufficio tecnico comunale, fortemente contestate come è ovvio dalla “Pignataro carni” che si appresta a dare battaglia in sede legale (forse non solo al Tar). Non è escluso, peraltro, che vi possano essere strascichi pure sotto il profilo penale.
Pubblichiamo, inoltre, la visura della società “Pignataro carni” che fa registrare conferimenti per duecentomila Euro, così suddivisi: una quota di 198.390 Euro appannaggio di Teresa Parente (socio accomandatario); una quota a testa di 805 Euro per i due soci accomandanti Teresa Zona e – quel che più interessa, a noi che seguiamo la politica locale – Cesare Cuccaro. Legale rappresentante della “Pignataro carni” è naturalmente il socio accomandatario Teresa Parente, destinataria dell’ordinanza di demolizione unitamente ai proprietari delle aree interessate all’insediamento dell’attività imprenditoriale, i fratelli Antonio, Eliseo e Giovanni Cuccaro, quest’ultimo ex consigliere comunale ed ex assessore, padre dell’attuale consigliere comunale dottor Cesare Cuccaro.
Rassegna Stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it