PIGNATARO M.– Sta suscitando aspre critiche nell’opinione pubblica locale l’atteggiamento della cooperativa “Le Terre di don Peppe Diana – Libera Terra” che per oltre sei mesi non ha sentito il bisogno di ripristinare e sistemare i cartelli posti sui beni confiscati non leggibili o che necessitano di manutenzione, riportanti la dicitura “Proprietà del Comune di Pignataro Maggiore – Beni confiscati alla camorra”. E ciò nonostante il comandante della Polizia municipale, capitano Alberto Parente, abbia più volte telefonicamente invitato i vertici della citata cooperativa ad eliminare l’inconveniente lamentato. In genere, il comandante dei vigili urbani – per quanto è dato sapere – ha contatti con l’agronomo della cooperativa, dottor Roberto Fiorillo, che è quello che sembra maggiormente in sintonia con gli amministratori comunali di Pignataro Maggiore, in special modo con coloro di area Pd.
Non solo telefonate. Il dottor Alberto Parente risulta anche aver scritto in merito tre rapporti nelle date del 18 febbraio, del 29 maggio e del 30 luglio 2015. Vi è, inoltre, una nota del sindaco di Pignataro Maggiore, Raimondo Cuccaro, con la data del 18 febbraio 2015, inviata alla inadempiente cooperativa.
La situazione sopra descritta è durata almeno fino al 1° settembre 2015, quando il sindaco di Pignataro Maggiore ha emesso l’ordinanza numero 48 avente ad oggetto: “RIPRISTINO E SISTEMAZIONE CARTELLONISTICA APPOSTA SUI BENI CONFISCATI ALLA CAMORRA TERRITORIO COMUNE DI PIGNATARO MAGGIORE”. Il sindaco ha ordinato – come si legge nel documento che pubblichiamo in coda a questo nostro articolo – “alla cooperativa “Le Terre di don Peppe Diana – Libera Terra”, con sede in Castel Volturno (CE) alla via Pietro Pagliuca – Traversa del Cigno snc – nella persona del presidente pro tempore Massimo Rocco, nato a Santa Maria Capua Vetere (CE) il 04/05/1977, di provvedere entro giorni 20 dalla notifica del presente atto al ripristino e alla sistemazione dei cartelli non leggibili, apposti sui beni confiscati, riportanti la dicitura “Proprietà del Comune di Pignataro Maggiore – Beni confiscati alla camorra”.
E’ il caso di sottolineare che Raimondo Cuccaro sembra essersi svegliato tardi anche lui, visto che l’ultima comunicazione in merito, a firma del comandante dei vigili urbani, è – come si è detto – del 30 luglio 2015. Evidentemente il sindaco di Pignataro Maggiore ha sentito la necessità di emettere finalmente l’ordinanza numero 48 dopo che gli era giunta la notizia di un monitoraggio sui beni confiscati iniziato dai cronisti del blog di giornalismo investigativo “Pignataro Maggiore News” il 27 agosto 2015 e proseguito il 28 agosto e il 1° settembre 2015, inchiesta giornalistica che ha già prodotto un articolo pubblicato il 3 settembre 2015, con il titolo: “BENI CONFISCATI FUORI CONTROLLO, SOTTO ACCUSA L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI PIGNATARO MAGGIORE – “CENTO MOGGIA”: SPUNTA UN SOGGETTO ACCESO SOSTENITORE DEL MONDO POLITICO COLPITO DALLO SCIOGLIMENTO PER CAMORRA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI GIUGLIANO IN CAMPANIA”. Articolo accolto – come pure le nostre visite improvvise agli immobili in questione – con molto nervosismo a Palazzo Scorpio, sede dell’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore.
Mentre fiduciosamente aspettiamo la notizia che la cooperativa “Le Terre di don Peppe Diana – Libera Terra” (e per essa Massimo Rocco, Roberto Fiorillo o altri) ha – meglio tardi che mai – ripristinato tutti i cartelli sui beni confiscati di cui è affidataria, va richiamata una volta di più l’attenzione dell’opinione pubblica sul fatto che vi è uno scenario molto preoccupante. Preoccupazione resa ancora più grave da quanto scritto nell’ordinanza dal sindaco: “Dispone, inoltre, che siano trasmesse all’Ufficio beni confiscati di questo Comune periodiche relazioni sulle attività colturali e sociali poste in essere da codesta Associazione sui beni ad Ella affidati”. Ma come, il sindaco Raimondo Cuccaro non sa nemmeno che cosa si coltiva (se davvero si coltiva) e non conosce neanche le attività sociali che si svolgono (se vengono effettivamente svolte) su quei terreni confiscati che, come reciteranno i cartelli una volta ripristinati, sono “proprietà del Comune di Pignataro Maggiore?”.
Rassegna Stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it