PIGNATARO M. – Si conclude anche al Tar quella che nell’opinione pubblica pignatarese era stata definita la “guerra edilizia” tra Mario Fiorillo e i coniugi Giovanni Di Stasio e Gelsomina Bovenzi, nata per un immobile costruito in via Re di Puglia. Vicenda durata quindici anni e che ormai, visto anche l’intervento del Comune di Pignataro Maggiore, aveva acquisito una valenza pubblica.
Con sentenza depositata il 16 settembre scorso, l’ottava sezione del Tribunale amministrativo regionale della Campania ha dichiarato il ricorso presentato dai coniugi Di Stasio – Bovenzi contro il Comune per l’annullamento “del provvedimento di accoglimento parziale dell’istanza di condono edilizio prot. 13101 presentata in data 9.12.2004”, improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse. La decisione dei giudici amministrativi, adottata a seguito dell’udienza del 15 luglio 2015, prende spunto dall’istanza di cessazione della materia del contendere presentata dalla famiglia pignatarese, la quale ha comunicato che l’Ente di Palazzo Scorpio aveva rilasciato il permesso di costruire in sanatoria e aveva annullato l’ingiunzione di demolizione emessa dall’Ufficio tecnico lo scorso anno. Insomma, sanati gli abusi, sarebbe venuto meno il motivo del contendere.
La storia dell’immobile residenziale inizia nel lontano 2000, quando i proprietari (con nota del 7 luglio di quell’anno) presentarono richiesta di concessione edilizia che l’allora responsabile tecnico, l’ingegnere Girolamo Parente, concesse con numero 10/01 del 02.08.2001. Concessione corredata l’anno successivo con una variante in corso d’opera. A distanza di qualche mese, però, i vicini di casa, i quali lamentavano la mancanza delle distanze previste dalla normativa vigente, presentarono ricorso al Tar (tramite l’ingegnere Valerio Fiorillo) per l’annullamento delle concessioni edilizie. I giudici amministrativi, con sentenza numero 3598 del 17.04.2002 (confermata anche dal Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso dei proprietari dell’immobile), annullarono i permessi.
Nel 2008 i coniugi Di Stasio – come viene riportata nella sentenza odierna del Tar – “hanno impugnato il provvedimento n. 997 del 30.1.2008, con il quale il Comune di Pignataro Maggiore ha loro comunicato che l’istanza di permesso di condono edilizio presentata il 9.12.2004 poteva essere accolta, sospendendo però ogni determinazione in merito fino all’emissione della pronuncia del Consiglio di Stato in merito all’annullamento delle concessioni edilizie nn. 10/2001 e 12/2002”.
L’8 settembre 2014 l’Ufficio tecnico comunale ha ordinato la demolizione dello stabile perché – secondo i tecnici di Palazzo Scorpio – le opere oggetto della concessione edilizia erano diventate abusive e non potevano essere sanate poiché avrebbero “violato le norme urbanistiche imperative”. Salvo poi fare marcia indietro con l’ordinanza numero 32 del 30 giugno scorso, con la quale è stata annullata l’ordinanza di demolizione perché “la richiesta di sanatoria presentata il 26 maggio dai summenzionati coniugi, sarebbero state sanate le difformità che avevano portato il Tar della Campania ad annullare le Concessioni Edilizie e le varianti presentate tra il 2001 e il 2002”. In altri termini, quelle che erano opere giudicate non sanabili e quindi da abbattere, dopo qualche mese erano state sanate (secondo quanto si evince dalle ordinanze degli ultimi anni).
Nel frattempo, il Tar Campania aveva sospeso l’efficacia dell’ordinanza di demolizione e aveva fissato l’udienza di merito per il 15 luglio 2015, nel corso della quale il Comune di Pignataro Maggiore non si è costituito e i giudici amministrativi hanno chiuso la vicenda.
Il provvedimento del Tar: Tar Di Stasio – Fiorillo – Pignataro
Red. Cro.