CALVI R. – Sono giorni ormai che a Calvi Risorta aleggia l’ipotesi della probabile chiusura del Seminario dei Padri Passionisti e il conseguente trasferimento degli stessi in altra sede. Un duro colpo per la comunità che “si vede privata di un’Istituzione centenaria di grande valenza formativa, alla quale il nostro territorio non può e non deve rinunciare”. Parole estrapolate da una missiva che il Sindaco, dott. Giovanni Marrocco ha indirizzato al Padre Provinciale. “Essi rappresentano un importante punto di riferimento per i giovani e i meno giovani che hanno sempre visto nei Padri Passionisti degli amici fidati, persone sagge, alle quali confidare i propri problemi”.
Il seminario dei Padri Passionisti di Calvi Risorta ha una sua storia: Ha avuto la direzione di un Santo, ha custodito i libri della Biblioteca Nazionale di Napoli ed è diventato ospedale militare tedesco, è stato farmacia e mensa degli Americani, ha meritato la medaglia d’oro per la sua opera educativa dal ministro della P.I. on. Aldo Moro, ha ospitato l’urna con le ceneri di S. Paolo della Croce, è stato una scuola che ha ospitato più di mille studenti, è stato centro di aggregazione per tanti giovani, è tuttora un luogo di culto e di preghiera…Anche fuori dal Comune, nei paesi della provincia e oltre, Calvi Risorta è nota per il convento dei Padri Passionisti: un emblema!
Motivi per far sì che i Passionisti non lascino Calvi ce ne sono a iosa. Padre Amedeo, Padre Enrico, Padre Carlo, Padre Ludovico, fanno parte ormai della nostra comunità. Come ne faceva parte il compianto Padre Bartolomeo, il cui ricordo è ancora vivo nella memoria di tutti i caleni, i suoi sacrifici, la sua devozione, le lezioni di vita che ha trasmesso alle giovani e vecchie generazioni.
Alcuni membri dell’ASEAP, tra i quali il Dirigente Scolastico Andrea Izzo, si sono fatti carico della vicenda che sta sconvolgendo la nostra comunità, ad essi si associano il Sindaco e l’intera Amministrazione di Calvi Risorta impegnandosi “a trovare una locazione adatta per ospitare i Padri Passionisti, onde evitare che vengano allontanati da questo territorio”.
Luciana Antinolfi