Raccolta dei rifiuti: ecco la sentenza del Consiglio di Stato che mette fuori gioco la ditta Alba Paciello. Il dispositivo a giugno aveva spinto il Comune di Vitulazio a revocare l’affidamento e ad affidarsi alla Dhi dei Di Nardi

Raccolta dei rifiuti: ecco la sentenza del Consiglio di Stato che mette fuori gioco la ditta Alba Paciello. Il dispositivo a giugno aveva spinto il Comune di Vitulazio a revocare l’affidamento e ad affidarsi alla Dhi dei Di Nardi

VITULAZIO – Ci sono voluti quasi sei mesi ma alla fine è stata pubblicata la sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la validità dell’interdittiva antimafia n. cat 12.b.16/ANT/AREA 1^ emessa il 18 aprile 2014 dalla Prefettura di Caserta ai danni della ditta Alba Paciello, società che fino all’inizio di agosto 2015 svolgeva il servizio di raccolta dei rifiuti nel comune di Vitulazio (non a caso nel ricorso viene chiesta anche la conferma della determina numero 61 del 29.4.2014, con la quale l’Ente di via Lagnese disponeva la revoca dell’affidamento del servizio).

Con sentenza depositata il primo dicembre scorso, la terza sezione ha accolto l’appello prefettizio e riformulato la sentenza del Tar Campania che favoriva la ditta Alba Paciello (nella sentenza che trovate in fondo alla pagina, il nome della società in questione è indicata con “Omissis”, poiché la stessa ha chiesto la pubblicazione anticipata del dispositivo rispetto alla sentenza e si è avvalsa del D. Lgs. 30 giugno 2003 n.196 in materia della protezione dei dati personali). Ampliando quanto riportato nel dispositivo depositato il 26 giugno scorso, i giudici amministrativi hanno ritenuto di riunire e accogliere le sentenze appellate dall’organo di governo e di dichiarare legittimi gli atti impugnati dalla società casertana.

Secondo il Consiglio di Stato rappresenta un aspetto decisivo per la sentenza la conferma di quanto riportato nella interdittiva antimafia: “…non può negarsi il forte valore di conferma del quadro indiziario che scaturisce dalla nota della Prefettura di Caserta del 13 agosto 2014. Emerge, infatti, che da intercettazione telefonica di -OMISSIS-risulterebbe che “-OMISSIS- sta insieme a -OMISSIS-considerato capozona in Capodrise, elemento di vertice del clan dei -OMISSIS-; e che l’ATI -OMISSIS- e-OMISSIS- ( riconducibile a -OMISSIS-, cugino di -OMISSIS-, rappresentante dell’ATI) effettua la raccolta rifiuti urbani per il Comune di Capodrise sulla base di scritture private. In sostanza, emerge sotto diversi profili l’intreccio di interessi personali ed economici tra la -OMISSIS- e soggetti della malavita locale ( -OMISSIS- e –OMISSIS-) che la sentenza invocata dall’appellante non scalfisce (la sentenza del TAR Campania, sede di Napoli, n. 4617/2009 che si riferisce al condizionamento di -OMISSIS- sulla compagine dirigenziale di -OMISSIS- – asseritamente uguale a quella di -OMISSIS-, accoglie il ricorso per difetto motivazionale ed istruttorio)”.

Ricordiamo in questa sede che il Comune di Vitulazio aveva affidato il servizio senza gara d’appalto alla Alba Paciello nel febbraio del 2013. L’ultima proroga era stata effettuata – con determinazione dell’area tecnica numero 88 – il 29 giugno 2015, tre giorni dopo la conferma dell’interdittiva antimafia per la quale il Comune nel successivo mese di agosto ha deciso di fare marcia indietro, revocando l’affidamento e rivolgendosi alla società Dhi della famiglia Di Nardi (leggi qui).

sentenza alba paciello

Red. Cro.

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