A Calvi Risorta tra la memoria storica degli abitanti spunta un’antica orazione, una preghiera

A Calvi Risorta tra la memoria storica degli abitanti spunta un’antica orazione, una preghiera

CALVI R. – A Calvi Risorta tra la memoria storica degli abitanti spunta un’antica orazione, una preghiera di guarigione, un’invocazione a San Giovanni Battista.
E’ venuta fuori grazie alla curiosità del sig. Francesco Di Girolamo che ha chiesto lumi su un’antica preghiera che un’anziana signora (Maria Fusco Caterina,) della frazione Petrulo, di origini di Giano Vetusto usava fino agli anni 90, quando è morta per cause naturali, per togliere dolori articolari alle persone che ne chiedevano l’intercessione. La signora viveva da sola dopo la morte della sorella Giovanna. In quegli anni moltissime persone anche ‘forestiere’ cioè non di Petrulo, andavano dalla signora per farsi togliere i dolori al nervo sciatico, alla schiena e alle articolazioni in generale.
La preghiera è oggi custodita da un vicino di casa dell’anziana infermiera, dalla quale l’aveva ricevuta qualche anno prima che ella morisse. “Ancora non c’era internet e Caterina venne da me – testimonia il vicino di casa – per farsela scrivere a computer e mi disse che era suo volere che non venisse persa. Disse anche che per avere efficacia doveva essere imparata a memoria nelle notti di luna piena il giorno di Natale (evento rarissimo). Siccome ho ritenuto che la signora Caterina volesse tramandarla, qualche anno fa l’ho inserita in un libro storico che ho pubblicato (La Repubblica dei Briganti, IlMezzogiorno 2012). Poi l’antivigilia di Natale del 2015 (notte di luna piena) ne ho parlato con Francesco Di Girolamo, appassionato di storie antiche e ci siamo attivati per recuperala e sopratutto per tradurla visto che era scritta in un latino volgare poco comprensibile”.
La traduzione che segue è stata ultimata in questi giorni dal prof. Giovanni Parisi ed è inedita. Ecco entrambe le versioni, prima quella in latino volgare e poi la traduzione in italiano.

“Benedici Tibi
Benes Convertati viotiure
et sereno molto mesta Diot
salvamet seon miseri perto
vior ognius date nobis et vobis
salutem corporis
o per exfelat corporis tui satis cum olà
furiondo male patis per prevedentione eius filose provvedeste
mei Spirito Santo Amen”.

Noi buoni convertiti ti benediciamo,
col vostro aiuto Dio salvi me sua misera creatura,
concedete a noi e a voi ogni vigore e salute del corpo;
oppure per effetto della tua passione,
sopporta con gioia il male furioso e in previsione della sua salvezza
aiutateci per mezzo dello Spirito Santo Amen.

L’invocazione a San Giovanni Battista non era esplicitamente invocata
dalla signora Caterina, ma il numero 24, giorno della morte del santo,
è più di un indizio che la preghiera fosse rivolta a lui.
Nella versione volgare il momento in cui la signora recitava “olà” che
significa gioia era in momento in cui il male doveva passare,
affievolirsi. Nella traduzione italiana si intende sopporta con gioia
il male in previsione della sua salvezza. A volerla intendere
scientificamente era quello il momento in cui la psiche del sofferente
si auto-convinceva della guarigione e sopportava meglio (con gioia) il
dolore che sembra scomparire.

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