Lo scenario fantasmatico di base del personale canovaccio interpretativo di una esistenza probabilmente sofferta e inquieta, trova nella proiezione di esseri dalle movenze deformi e spettrali, una particolare attenzione creativa in quest’ultimo libro di poesie di Guglielmo Aprile, L’assedio di Famagosta, edito di recente dall’editore lombardo LietoColle. Un esempio? Prendiamo questa poesia:
“Quando le botole si aprono// ogni sorta di esseri/ sale in superficie, le creature/ più deformi e grottesche, nani/ e giganti monocoli, uomini/ coi piedi di capro, o bicefali,/ come se il divertito/ Erodoto del subcosciente/ li aizzasse dal fondo delle sue pagine;/ poi l’alba li mette in fuga./Assurdo carnevale,/ circo strambo e pauroso/ che sconvolge le strade/ dove da piccolo andavo/ sicuro, parlando agli uccelli.”
In questo dormiveglia la mente trova la sua orbita in un concerto fantasmatico con il suo epicentro, per la solita scossa di assestamento, nell’indimenticato mondo dell’infanzia.
Un libro, questo di Guglielmo Aprile, di straordinaria forza che non può mancare nelle letture di tutti gli appassionati della buona poesia.
LIETOCOLLE
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C.S.