PASTORANO – Ormai quella che per quasi due mandati è stata la maggioranza nel Consiglio comunale di Pastorano è alla resa dei conti al proprio interno. A testimoniarlo – una volta di più – c’è il verbale numero 1 stilato dal segretario comunale all’ultima seduta dell’organo collegiale, nel corso della quale si è consumato l’ennesimo scontro nel gruppo che sostiene il sindaco Giovanni Diana.
Come già riferito in un precedente articolo, i protagonisti dello scontro questa volta sono stati il presidente dell’assise, Massimo Di Nuzzo, da qualche settimana uscito dalla compagine consiliare “Pastorano Bene Comune”, e l’assessore ai Lavori Pubblici, Monica Morra. All’origine della disputa c’è la lettera presentata in Consiglio da Di Nuzzo, nella quale lo stesso ha denunciato dei presunti “ricatti” contro i quali avrebbe trovato il sostegno soltanto del primo cittadino e del capogruppo Nicola Taddeo. Il contenuto del documento ha scatenato la reazione di Morra, la quale ha chiesto delucidazioni al suo ex compagno di gruppo. Secondo il membro della Giunta comunale, infatti, la missiva di dimissioni conterrebbe pesanti “accuse diffamatorie” nei suoi confronti.
Di Nuzzo, di fronte a tale richiesta, ha smentito il carattere diffamatorio della lettera, ma in qualche modo ha rincarato la dose: “Così come spiegato oralmente in Consiglio Comunale – ha spiegato il presidente dell’assemblea –, nei due incontri tenutisi presso la Casa Comunale e nell’Ufficio del Segretario Comunale, mi è stato ribadito da alcuni Consiglieri di maggioranza e dallo zio materno della Consigliera Morra Monica, con toni anche alterati, che fino a fine mandato non avrei dovuto occuparmi della cosa pubblica, senza addurre spiegazione alcuna”.
Insomma, piovono accuse gravissime che gettano ombre sul clima che si sta instaurando nel mondo politico locale. Al netto delle voci che vorrebbero il presidente del Consiglio comunale nell’orbita di una lista guidata dall’ex assessore Vincenzo Capezzuto, le accuse di minacce nemmeno troppo velate contro persone che rappresentano le istituzioni, dovrebbero quantomeno portare all’accertamento dei fatti da parte degli organi prefettizi.
Red.