MESSINA – Continua il tour di presentazione del primo romanzo della scrittrice messinese Nadia Terranova, che, forte di uno stile descrittivo molto bello e seducente e di una capacità, per cos dire, ipnotica su che legge le sue vibranti ed appassionate pagine, si presenta come una delle “penne” più conosciute ed ammirate del nostro panorama letterario. “Gli anni al contrario”, questo il titolo del libro, sarà presentato sabato prossimo, con inizio alle ore 18.00, presso la prestigiosa libreria “Il Gorilla e l’Alligatore”, di Orte(Via Giacomo Matteotti, 41), in provincia di Viterbo. Con i massimi curatori del ben sodalizio organizzatore, presenzierà ai lavori anche l’autrice, che, appena trentottenne, vanta già un ricco palmares di premi e riconoscimenti. Tra questi, ricordiamo i Premi “Napoli” e “Laura Orvieto”, ottenuti con il bellissimo romanzo “Bruno, il bambino che imparò a volare”(2012), che, edito per i tipi dell’editrice “Orecchio Acerbo” è stato tradotto anche in spagnolo, e il recentissimo Premio “Bargutta Opera Prima”, ottenuto proprio per “Gli anni al contrario, che, da come è concepito, si configura come un’emozionante storia di vita vissuta, capace di catturare e far propria l’attenzione del lettore dall’inizio alla fine. Scorrevole nella lettura, vibrante in ogni sua parte, geniale nell’analisi e nella proiezione dei concetti e del mondo interiore di chi l’ha concepito e tradotto in pagine di assoluta bellezza narrativa, l’ultima fatica letteraria della Terranova è sicuramente uno dei libri più belli e, soprattutto, da leggere del panorama letterario non solo nazionale. Insomma, come ha recentemente scritto Roberto Saviano, il nuovo libro della letterata messinese(attualmente, vive a Roma), “È una storia che pone le sue radici in una Italia di battaglie inconcludenti, vittorie e sconfitte che dalla politica e dalla società si ripercuotono sui corpi delle persone.” Quella di Saviano è un’analisi che, pur nella sua scarna immediatezza, coglie nl segno, “pittando” a dovere il nocciolo e l’essenza di un opera che, c’è da esserne sicuri, darà altri e nuovi motivi di orgoglio e soddisfazione alla sua autrice. Il sacrosanto anelito di libertà nutrito dai due protagonisti del tomo, cioè Aurora e Giovanni, figli di un mondo in cui la realtà e il suo esatto contrario si mescolano tra di loro, dando vita ad una sorta di “limbo” sociale che tutto travolge e tutto livella, perché, nonostante la voglia generale di riscatto, ognuno dei tasselli del “mosaico”, perfino i sentimenti, rimangano invischiati in un meccanismo d’azione assurdamente livellante e fortemente coercitivo delle attese e delle speranze dei singoli soggetti sociali, si accorgeranno presto che i loro sogno sono solo illusori, che la realtà che li circonda è ben diversa da quella che sperano e desiderano e che, volenti o nolenti, la devono accettare. In conclusione, il lavoro della Terranova, ambientato nel pieno del periodo segnato dai cosiddetti “Anni di Piombo”, di cui mette l’autorevole “penna” messinese mette a nudo tutte le contraddizioni, rappresenta una sorta di “affresco”, una specie di quadro a tinte fosche che denuncia e “maledice” la gretta mentalità e la stupida, ma, ahinoi, vincente filosofia di vita di certo conservatorismo fine a se stesso per il quale tutti siamo solo numeri, non più che insignificanti mattoni nel muro, pedine da muovere a piacimento. Ecco un altro motivo per il quale vale davvero la pena leggere e, soprattutto, meditare il nuovo libro di Nadia Terranova.
C.S. Daniele Palazzo